RACKET DELLE ELEMOSINE –
Non tutta l’elemosina ha la stessa faccia. E’ vero: esiste perfino un racket che sfrutta i bambini, e li espone al pubblico solo per accattivarselo, e vive sull’industria della carità. Ma da qui a multare chi fa l’elemosina, ce ne passa. La decisione del sindaco di Bordighera, Giacomo Pallanca, che con una delibera dell’amministrazione ha introdotto le sanzioni per chi si ferma e infila una moneta nella mano di un questuante, non convince.
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MULTA ELEMOSINE BORDIGHERA –
Anche se Pallanca la vuole giustificare come una mossa necessaria per contrastare il racket dell’elemosina: «E’ inutile punire chi una multa non potrà mai pagarla. Ma visto che dietro a questo fenomeno spesso ci sono vere e proprie organizzazioni, dobbiamo debellarlo e per farlo abbiamo bisogno di scoraggiare chi offre loro denaro».
La multa è un errore per due motivi. Primo: ammesso che così si colpisce l’accattone prigioniero di un’organizzazione, non si rischia di punire anche, e duramente, i poveri veri? Proprio a Bordighera, il parroco della Chiesa dell’Immacolata, una delle parrocchie più attive in città, ha detto che fino a qualche anno fa, prima della crisi, arrivavano non più di due persone a settimana a chiedere un aiuto materiale.
Adesso sono più di quindici. E i francescani distribuiscono un pacco viveri a ben 150 famiglie. Dunque la povertà esiste davvero, e non andrebbe confusa con il racket dell’elemosina.
Seconda obiezione: fermare le organizzazioni che speculano sulla criminalità è compito delle forze dell’ordine e non del sindaco o delle associazioni di volontariato che fanno assistenza sul territorio ai poveri. Spetta a loro individuare i colpevoli. La carità, ricordiamolo, in alcune religioni, come l’islam, è un precetto, e chi non la fa commette peccato. Quanto ai cristiani, nessuno li obbliga, ma perché tagliare le gambe alla loro generosità e allo sforzo di occuparsi, vincendo l’indifferenza, anche degli altri?
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