Della storia di Agitu Idea Gudeta si è occupato anche il New York Times, raccontando di una vita da combattente, in Etiopia, spesa lottando contro il land grabbing, espressione inglese traducibile come “
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RAGAZZA CHE ALLEVA CAPRE
Ci sono vite che sembrano non trovare pace, divise tra un luogo di nascita e un luogo di approdo, vite in viaggio, come quella di Agitu, arrivata dall’Etiopia a diciotto anni con l’intento di studiare sociologia all’università, approdando,tra mille difficoltà nella città di Trento. Rifugiata politica per via della sua appartenenza etnica, che l’ha costretta a scappare alla volta dell’Italia, dopo qualche tempo si è ritrovata in Val Gresta, coltivando un sogno: quello di mettere in piedi un’azienda agricola che si occupa dell’allevamento di capre. Lo progetta mentre fa la cameriera in un bar di Mori, paese di quasi diecimila anime alle porte del capoluogo trentino.
Il sogno di Agitu si concretizza qualche tempo più tardi, con un investimento minimo. Le terre necessarie, infatti, sono state recuperate rimettendo a dimora terreni demaniali abbandonati da altri allevatori o coltivatori. Nasce, così, l’azienda agricola “La capra felice”, con l’obiettivo di valorizzare le razze caprine autoctone riutilizzando terreni abbandonati, portando in Italia, in un bellissimo esempio di integrazione riuscita, un modello già sperimentato in Etiopia: quello di un’agricoltura che renda autonomi gli abitanti di un posto dallo strapotere arrogante delle multinazionali.
AGITU IDEA GUDETA
Undici ettari di terrenti recuperati destinati a pascolo incontaminatO, nella piccola città di Frassilongo, nella valle dei Mocheni, fanno di Agitu una nuova paladina del territorio, che sfida pregiudizi, spopolamento e persino razzismo. Un percorso a ostacoli per una donna con la pelle nera in agricoltura, che addirittura ha subito minacce di morte, insulti a sfondo razzista, danneggiamenti alla proprietà, fino ad arrivare alle aggressioni fisiche alla sua persona, ma che non sono bastati a toglierle il sorriso, il fegato e la fiducia nella bontà del suo progetto. Basato sul rispetto del territorio, degli animali e delle colture, biologiche. Con buona pace di chi si diverte a farle trovare una capra ammazzata con un coltello fuori dalla porta.
Felice, come le sue capre dell’azienda, di andare avanti ogni giorno a produrre formaggi, latte e prodotti per la cosmesi, dal 2010, incessamente, con grande coraggio e qualche simpatico espediente. Come, per esempio, quello che attua quando sente avvicinarsi alle sue capre, per lei come figli, degli orsi. In tal caso si mette in auto, accende i fari e lancia qualche petardo. Basta solo della luce forte e del rumore per allontanare il vicino orso, senza bisogno di metodi crudeli o pericolosi.
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LA CAPRA FELICE
Nel sorriso di Agitu si legge la sua storia e la tradizione, così come nei suoi formaggi e nei suoi prodotti, che le hanno valso il titolo di ambasciatrice delle valli del Trentino: grazie alla passione ed alle conoscenze apprese dalla nonna materna alleva le capre e trasforma il formaggio con metodi tradizionali, oggi sempre più necessari per un allevamento sostenibile e di qualità. Allargando la sua attività anche ad altri ragazzi e altre ragazze arrivati in regione da altri paesi in cerca di lavoro e integrazione. Proprio con il progetto de “La capra felice”, Agitu lavora di lena ogni giorno per offrire le stesse opportunità ad altri giovani e un futuro al territorio, quello delle valli ai piedi delle Dolomite, ahimè sempre più sottoposte a un pesante fenomeno di spopolamento.
(Immagine in evidenza e a corredo del testo tratta dalla pagina Facebook de La Capra Felice)
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