Un referendum inutile e dannoso. A Bologna si sta consumando una sorta di guerra di religione attorno a un referendum sulle scuole che appare chiaramente come inutile e dannoso. Un vero spreco di soldi e di tempo. In pratica, si chiede di abolire i finanziamenti comunali, circa un milione di euro l’anno, per le scuole dell’infanzia private, prevalentemente cattoliche. Si intende così smontare il meccanismo del sistema scolastico convenzionato che, partito proprio da Bologna circa mezzo secolo fa, è stato poi applicato in tutta Italia.
LEGGI ANCHE: Scuola a pezzi, a Milano ci pensano le famiglie
Perché il referendum è inutile? Innanzitutto è un sistema che funziona bene, consentendo alle famiglie di scegliere e alla pubblica amministrazione di vedersi affiancata dai privati rispetto a una domanda di posti per gli asili che altrimenti non sarebbe in grado di coprire. Chiedere di abolirlo è solo una scelta ideologica, senza alcuna convenienza né per l’amministrazione comunale né per i cittadini. In secondo luogo, non esiste alcuna certezza che i soldi sotratti ai privati andrebbero poi a migliorare il servizio pubblico. Anzi. Il comune di Bologna ha già detto che comunque non sarebbe in grado di ampliare il numero dei posti disponibili nelle aule della scuola dell’infanzia. Infine, il meccanismo poteva essere discusso in sede di consiglio comunale senza ricorrere ai costi di un referendum. Il cui unico risultato sarà quello politico: un’ennesima spaccatura all’interno della sinistra.
GUARDA IL VIDEO: Asean Johnson e la lotta per difendere la scuola
Vuoi conoscere una selezione delle nostre notizie?
- Iscriviti alla nostra Newsletter cliccando qui;
- Siamo anche su Google News, attiva la stella per inserirci tra le fonti preferite;
- Seguici su Facebook, Instagram e Pinterest.