ReGeniusLoci, la cooperativa che punta sull’acquaponica per riqualificare la città (foto)

I fondatori credono fortemente nella cultura della sostenibilità che, secondo il loro parere, può essere promossa anche attraverso questo sistema di coltivazione innovativo che permette di allevare pesci coltivando piante fuori suolo. Il tutto riuscendo a riqualificare spazi urbani dismessi

ACQUAPONICA IN CITTÀ

REGENIUSLOCI

L’ambiente è un bene pubblico che va preservato con il contributo di ogni singolo individuo. È questo il mantra che anima i giovani ingegneri di ReGeniusLoci che hanno deciso di dare il loro apporto alla comunità promuovendo la cultura della sostenibilità mediante l’acquaponica integrata in contesti urbani.

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ACQUAPONICA

La cooperativa ReGeniusLoci è stata voluta da Volodymyr Iavarone Astakhov insieme ad Alessandro Biagetti, Marco Falasca, Marta Speziale ed è composta da ingegneri edili, laureandi in ingegneria e tecniche del costruire presso l’Università degli studi di Roma Tor Vergata. L’idea che gli ha ispirati è quella di condividere, far conoscere e sfruttare il sistema dell’acquaponica riqualificando spazi urbani dismessi all’interno delle città restituendo alla comunità ciò che la natura era in grado di offrire prima dell’intervento dell’uomo. L’aquaponica, infatti, è un sistema di coltivazione innovativo permette di allevare pesci coltivando piante fuori suolo con un consumo minimo d’acqua rispetto all’agricoltura tradizionale ottenendo una maggiore produttività dei vegetali con un basso impatto ambientale.

ReGeniusLoci

ACQUAPONICA IN CITTÀ

La missione di questi giovani imprenditori è anche quella di divulgare la cultura sostenibile dell’acquaponica, accelerando la divulgazione di questo sistema che al momento in Italia è sostenuto da poche aziende e da qualche appassionato. Anche perché questo sistema di coltivazione permette la produzione di prodotti intrinsecamente biologici in quanto, essendo un ciclo chiuso, l’uso di pesticidi per le piante andrebbe a danneggiare l’allevamento dei pesci. Infine, con questo sistema si possono riqualificare contesti urbani come vecchie fabbrice facendoci nascere dentro vere e proprie “Urban Farming”, nelle quali riappropriarsi di uno spazio che altrimenti andrebbe sprecato.

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