REGIONI CON REDDITO DI CITTADINANZA
Mentre a livello nazionale se ne parla, senza mai decidere nulla, a livello locale, sette regioni italiane e due province autonome hanno già introdotto una forma di reddito di cittadinanza: il reddito minimo a favore delle famiglie più povere. Con diverse definizioni: reddito di inserimento, reddito di garanzia, reddito di dignità.
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REDDITO DI CITTADINANZA IN ITALIA: ECCO DOVE
Ma vediamo nello specifico. Da ottobre scorso, la Lombardia ha previsto un assegno per i disoccupati da tre anni: un contributo di 1.800 euro in sei mesi, per favorire l’inserimento lavorativo. Reddito minimo di cittadinanza in Molise, a residenti con Isee fino a 3mila euro: l’aiuto è di 300 euro al mese. Stesso meccanismo in Puglia, con aiuti da 210 a 600 euro mensili, a secondo del numero dei componenti del nucleo familiare. La soglia Isee sale a 6mila euro in Valle d’Aosta, dove dal 4 novembre scorso è stata approvata una legge regionale per un aiuto fino a 4.400 euro versati in rate mensili. Un aiuto, sotto forma di indennità di partecipazione, è previsto nella regione Lazio ai disoccupati over 30 di lunga durata. Anche in Friuli Venezia Giulia il reddito minimo è scolpito in una legge regionale, con un importo massimo di 550 euro al mese. E in Basilicata si calcolano 8mila beneficiari del reddito minimo di inserimento per disoccupati da oltre 24 mesi e per nuclei familiari con Isee non superiore ai 9mila euro. C’è da aggiungere che tutti gli stanziamenti delle sette regioni sono finanziati attraverso il rubinetto del Fondo sociale europeo.
PROVINCE CON REDDITO DI CITTADINANZA
Anche in due province, Trento e Bolzano, esiste il reddito minimo: 950 euro al mese, tetto massimo, a Trento (il beneficiario è tenuto ad accettare qualsiasi offerta di lavoro), e 600 euro per una persona e 785 per una famiglia con due componenti a Bolzano.
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