RETI IMPRESA AGRICOLE
Ritornare alla terra. Potrebbe sembrare azzardato nell’epoca del digitale e dell’economia virtuale. Mentre nel mondo si parla di monete virtuali e intelligenza artificiale, in Italia la soluzione alla crisi potrebbe arrivare proprio dall’agricoltura. Secondo gli ultimi dati del 2017, 50mila aziende agricole sono guidate da persone con meno di quarant’anni. Una tendenza destinata a consolidarsi, per effetto dei Piani di sviluppo rurale e grazie agli interventi per il Mezzogiorno che incoraggiano i giovani agricoltori. A dare una forte spinta al settore sono le reti d’impresa agricole. Grazie a esse, i coltivatori fanno squadra tra di loro tagliando i costi e ricevendo le agevolazioni fiscali. Sono aziende completamente agricole. Un’agricoltura 4.0 che interessa soprattutto i cereali e l’ovicoltura.
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RETI IN AGRICOLTURA
Tutto ha avuto inizio nel 2009, quando ha debuttato lo strumento delle reti d’impresa. Una novità introdotta dalla legge 91 del 2014, che ha consentito alle aziende agricole di unire le forze e fare rete tra di loro. Per rafforzare l’associazionismo, le principali associazioni di categoria hanno messo a disposizione degli imprenditori un servizio di consulenza. L’associazionismo è nel dna dell’agricoltura ma in Italia spesso trova degli ostacoli. Con le reti d’impresa però, ogni coltivatore, allevatore o distributore mette a disposizione le proprie risorse in un progetto comune.
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VANTAGGI RETI AGRICOLE
I benefici sono molteplici e non riguardano soltanto i soggetti coinvolti nella rete ma l’intera società. Ecco perché:
- Vantaggi per tutti. Nessuno dei partner perde il proprio ruolo e la propria identità, anzi riceve dei benefici fiscali e lavorativi.
- Condivisione. Le aziende agricole uniscono le proprie forze e le rispettive risorse mettendo insieme terreni e attrezzature.
- Occupazione. Le imprese coinvolte possono assumere personale condividendo i costi. Grazie alle assunzioni congiunte, i salari possono essere ripartititi tra le aziende che hanno firmato il contratto.
- Ricavi. I partner non condividono soltanto i fattori di produzione ma anche i prodotti agricoli e trasformati. In questo modo, essi possono trarre delle entrate ammortizzando i costi dei macchinari e dei dipendenti.
RETI AGRICOLE
Il motivo sta nelle opportunità generate. Una grande occasione per un paese dove la disoccupazione giovanile riguarda, in alcune regioni, oltre il 50 per cento degli under 40. Le reti d’impresa agricole, partendo dalla condivisione di terreni e macchinari, producono delle opportunità di lavoro inedite. Se due partner decidono, ad esempio, di produrre zucchero grezzo o confetture, ecco che si aprono nuovi sbocchi occupazionali. Dalla trasformazione e dalla vendita dei prodotti ottenuti, riceveranno dei ricavi che potranno essere investiti in assunzione del personale o formazione dei dipendenti. Questo si traduce in una crescita complessiva delle aziende coinvolte e dell’economia. Un circolo virtuoso che nasce dalla condivisione di idee e forze. Le imprese agricole entrate in rete sono progressivamente aumentate e triplicate, soprattutto negli ultimi due anni. Inoltre, molte di esse commercializzano prodotti locali e promuovono l’offerta turistica del territorio. Un fenomeno che riguarda diverse regioni della penisola, a cominciare dalla Toscana, dove sono presente ben 414 aziende coinvolte. I contratti di rete con partecipazione di imprese agricole sono circa 570 e riguardano diversi settori: coltivazione, allevamento, silvicoltura e pesca. Insomma, le reti d’impresa frenano la fuga di cervelli e creano comunità di agricoltori 4.0
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