Difficoltà: medio/bassa
Tempo di preparazione: 30 minuti
Tempo di lievitazione: 3 ore
Tempo di cottura: pochi minuti, ripetuti per il numero delle tigelle
RICETTA DELLE TIGELLE
A Bologna si chiamano tigelle, a Modena crescentine. A Bologna, la crescentina è un’altra cosa dalla tigella, e si mangia, ma anche a Modena, la tigella è un’altra cosa dalla crescentina, e non si mangia. E allora? Allora proviamo a conoscere meglio questa squisita specialità emiliana, e a prepararla in casa con facilità
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CHE ORIGINE HANNO LE TIGELLE?
La tigella nasce dalla tradizione contadina più semplice: un piccolo disco di pasta lievitata che, in passato, veniva cotta nella “tigella”, una pietra refrattaria resa incandescente dalla cenere del camino o della stufa. La tigella portata in tavola faceva la funzione del pane, oppure costituiva il pasto del contadino, consumato nei campi, e in questo caso veniva tagliata a metà e farcita con salumi, formaggi o quant’altro a disposizione.
TIGELLE O CRESCENTINE?
Oggi le tigelle sono uno squisito “cibo da strada”, protagoniste assolute nelle sagre e feste locali. Quasi nessuno usa ancora le tigelle roventi, in quanto esistono, per la cottura, comode tigelliere o, più semplicemente, il forno di casa.
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RICETTA TIGELLE O CRESCENTINE
Tutti possiamo così prepararle nella nostra cucina, e gustarle fresche e fragranti, ben altra cosa dal prodotto industriale e precotto che si trova in commercio.
Ingredienti
(per circa 20 pezzi)
- 500 grammi di farina 0 o 1
- 1 cucchiaino raso di sale fino
- 50 grammi di buon olio e.v.o.
- 5 grammi di lievito di birra fresco
- 200 grammi di latte o acqua
- Acqua
Preparazione
- Sciogliete il lievito in poca acqua o latte a temperatura ambiente.
- Impastate la farina, dove avrete disperso il sale, con il lievito sciolto, l’olio e il liquido necessario (latte o acqua o entrambi, a piacere) a ottenere un impasto sodo e morbido.
- Chiudete l’impasto in un sacchetto di plastica per alimenti, o nella pellicola, e mettetelo a lievitare in un luogo riparato per almeno un paio d’ore: più sarà lunga la lievitazione e più digeribili risulteranno le tigelle.
- Trascorso il tempo indicato, riprendete l’impasto e preparatevi a ritagliare le crescentine. Avete due opzioni.
- Prima opzione: stendete con il mattarello una sfoglia alta circa mezzo centimetro e, aiutandovi con un bicchiere, tagliate tanti dischi regolari. Alla fine recuperate la pasta avanzata, stendetela ancora, ritagliate e continuate così fino a esaurimento.
- La seconda opzione, più tradizionale, prevede di prelevare una porzione di pasta, darle la forma di un lungo cilindro dal diametro di circa cinque centimetri, dividerlo in piccole porzioni e appiattirle per ottenere la forma circolare, con spessore di circa mezzo centimetro.
- Ponete le crescentine a strati su un vassoio, e isolatele con un foglio di pellicola per alimenti.
- Fate lievitare le crescentine per almeno un’altra ora. Non si deve avere fretta nella lievitazione.
- Al momento di cuocerle, se non avete la tigelliera, scaldate molto bene il forno, appoggiate le crescentine sulla griglia, lasciatele due o tre minuti, poi giratele una volta, terminate la cottura, estraetele dal forno e servitele immediatamente.
- Non cuocetele tutte insieme, perché si devono mangiare molto calde. Meglio aspettare qualche minuto la nuova infornata.
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COSA SI MANGIA CON LE TIGELLE?
Le tigelle sono pronte, vediamo come si possono farcire, sempre secondo la tradizione:
- Con un battuto fine di lardo, rosmarino e aglio, completato con una spolverata di Parmigiano reggiano grattugiato
- Con salumi a piacere, meglio se emiliani (prosciutto crudo, salame, coppa, mortadella, pancetta)
- Con formaggi a piacere, ottimi quelli spalmabili come lo stracchino
- In versione dolce, con confetture o crema al cioccolato foto tigelle piatto
COME FARCIRE LE TIGELLE
La tigella è, di fatto, pane, e come tale può essere gustata: in accompagnamento a uno spezzatino in umido, con abbondante sughetto. La cucina emiliana è, per tradizione, ricca di grassi animali, oggi guardati con molto sospetto. Ma gustare una crescentina calda e farcita, dove all’interno il grasso del prosciutto o del lardo si sono sciolti al calore, è un’esperienza gastronomica da fare, anche se con moderazione.
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