Riciclo degli imballaggi: in arrivo nuove tasse

Un settore che resiste alla crisi ma che ora rischia una battuta d'arresto in seguito all'idea di una nuova stangata: un aumento, fino a tre volte, della tassazione

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Il riciclo degli imballaggi resiste alla crisi e continua ad aumentare, nonostante la forte contrazione dei consumi sia da parte delle famiglie sia sul versante delle imprese. Ma adesso rischia una battuta d’arresto in seguito all’idea di una nuova stangata: un aumento, fino a tre volte, della tassazione sulle operazioni di riciclaggio.

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Gli ultimi dati dicono che nel 2012 il riciclo dell’imballaggio ha toccato la quota record di 3,5 milioni di tonnellate: in pratica oltre i due terzi di questo tipo di ingombranti rifiuti sono stati smaltiti, recuperati e riconvertiti. Un’ottima operazione sia dal punto di vista ambientale, sia per il miglioramento della catena dei rifiuti, e anche per la diminuzione dell’inquinamento. E un buon affare per le migliaia di aziende che operano nel settore. I numeri dicono che, complessivamente, il sistema Italia ha avuto benefici economici pari a 1,6 miliardi di euro per il buon funzionamento della rete di riciclo degli imballaggi.

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Acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro: tutto viene riconvertito, innanzitutto grazie a un accordo tra il Consorzio Conai e l’Associazione nazionale dei comuni italiani. Insieme, controllano il 65 per cento del materiale riciclato. Di fronte a questi ottimi risultati alcuni comuni, a corto di risorse finanziare, hanno pensato bene di approfittarne, chiedendo un aumento sulle tasse versate dalle aziende che operano nel settore pari fino a tre volte rispetto alle precedenti aliquote. Una vera stangata.

Ma è possibile mai che in Italia, appena un settore funziona, con benefici per tutta la collettività, si trova il modo di colpirlo al cuore con un aumento delle imposte? Non sono queste le aree sulle quali recuperare risorse: i comuni che vogliono nuove tasse farebbero bene a ridurre gli sprechi e le spese improduttive, prima di avanzare richieste contro un’eccellenza del made in Italy.

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