Multe con autovelox: un pasticcio all’italiana. Adesso arrivano i ricorsi degli automobilisti

La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimi milioni di verbali. I comuni rischiano di perdere 3 miliardi di entrate che arrivano dalle multe. E poi c’è un dubbio: quanti di questi soldi si spendono per la sicurezza? Secondo la legge dovrebbe essere il 50 per cento..

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RICORSO PER MULTA CON AUTOVELOX –

Un bel pasticcio con spreco allegato. Adesso gli ottomila sindaci italiani hanno un motivo in più per considerare a rischio i propri bilanci: la Corte Costituzionale, infatti, ha cancellato con una sentenza molto attesa dagli automobilisti un comma dell’articolo 45 del codice della strada del 1992, quello che si riferisce alle apparecchiature utilizzate per accertare la violazione dei limiti di velocità. I famosi autovelox. In parole povere, e senza perdersi nei meandri della giurisprudenza, i giudici della Consulta fanno presente che in assenza  «verifiche periodiche di funzionalità e di taratura» questi impianti non possono funzionare in modo regolare. Ovvero non sono affidabili, e le multe che ne derivano non sono legittime. La sentenza arriva dopo che diversi giudici di pace avevano già posto il problema, ritenendo insufficiente l’impegno delle ditte produttrici degli autovelox a garantire la buona funzionalità degli apparecchi. Questo non è possibile, sostiene la Corte, «senza un regolare controllo tecnico».

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MULTE CON AUTOVELOX CONTESTABILI –

Che cosa accadrà adesso dopo la sentenza della Corte Costituzionale? La prima conseguenza è una prevedibile pioggia di ricorsi da parte degli automobilisti multati. Le associazioni dei consumatori Adusbef, Federconsumatori  e Codacons, cantano vittoria e parlano già di milioni di risarcimenti. La cifra è sicuramente esagerata, ma la slavina per non pagare più le multe ricevute attraverso gli autovelox è partita. «I centralini delle nostre sedi sono tempestati di telefonate con richieste di chiarimenti. E potranno fare ricorso anche quelli che hanno già pagato le multe, chiedendo il rimborso per un vizio di fondo della contravvenzione» spiega Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori.

Il vuoto aperto dalla sentenza della Corte, inoltre, rischia di non essere breve. Anche per la solita inerzia della politica che, in materia di leggi stradali, è sempre andata avanti, da anni, mettendo toppe. Dal 1992 sono state oltre 50 le leggi che hanno modificato, parzialmente, il codice della strada e il nuovo testo unico dovrebbe essere approvato dal governo, grazie a una legge delega, nei prossimi mesi. «A questo punto il governo non potrà ignorare la sentenza della Corte e inserire una nuova norma nel codice stradale, mentre i comuni dovranno già in questa fase adempiere alla richiesta dei controlli periodici» afferma Antonio Coppola, presidente dell’Aci di Napoli. In pratica le amministrazioni comunali, per non perdere i ricavi delle multe, dovranno anticipare il cambiamento della legge imposto dalla sentenza dei giudici della Suprema Corte.

RICORSO MULTE CON AUTOVELOX E RISARCIMENTI –

Già, i comuni: qui nasce il secondo problema. A parte i nuovi costi che cadranno sulle loro spalle per le verifiche degli autovelox, c’è il rischio di uno spaventoso buco finanziario causato proprio dalla sentenza della Corte Costituzionale. Negli ultimi anni, infatti, le multe agli automobilisti sono diventate una sorta di paracadute per le amministrazioni comunali, fino a rappresentare la principale voce di entrate dopo le tasse. Per intenderci: dal 2010 a oggi le multe sono aumentate del 987 per mille e adesso valgono entrate comunali, pronta cassa, dai 3 ai 4 miliardi di euro. In testa alla classifica dei comuni più severi, e più ricchi con le multe, ci sono Milano con un totale di 170,50 euro l’anno a patentato e Roma con  88 euro. Napoli compare solo al posto numero 32 della classifica con 58,6 euro per ogni automobilista patentato. E nel Nord Est, dove gli autovelox sono disseminati a tappeto, i patentati di Treviso, Venezia e Rovigo, pagano dai 99 ai 125 euro l’anno di contravvenzioni. Sono numeri importanti, che tra l’altro non tengono ancora conto dell’effetto dovuto alla possibilità concessa agli automobilisti da una recente legge di pagare le multe con il 30 per cento di sconto entro cinque giorni dalla notifica. E sono numeri che da giovedì  ballano, diventando incerti e poco affidabili, proprio come gli autovelox al centro delle contestazioni.

Infine, con la cattiva abitudine di utilizzare le multe per fare cassa, gli amministratori locali hanno realizzato un’altra variazione di bilancio piuttosto azzardata. Andando perfino a  scavalcare la legge. Il codice, infatti, prevede che il 50 per cento degli introiti delle multe debbano essere investiti dalle amministrazioni locali per migliorare la sicurezza stradale. Stiamo parlando di manutenzione, una parola ormai sconosciuta nel lessico corrente di sindaci e assessori. Con automobilisti e motociclisti costretti a rischiare la pelle in una gincana tra le buche stradali. Per poi, magari, vedersi recapitare una multa per eccesso di velocità, partita dalla rilevazione di un autovelox fuorilegge.

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