RICOSTRUZIONE POST TERREMOTO CASA ITALIA –
Confesso la mia debolezza: da alcuni giorni non riesco più a leggere i giornali, a guardare la tv, a sbirciare i siti di informazione, con le tragiche immagini dei morti e dei superstiti, vivi ancora più vittime dei defunti, del terremoto del 23 agosto. Ci sono momenti nei quali la fuga dallo sgomento rappresenta l’unica via, forse poco coraggiosa e perfino vigliacca, per evitare di fare i conti con il macigno di un mistero chiamato Destino.
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PROGETTO CASA ITALIA –
Detto questo, al raccapriccio codardo si sta sommando, nel mio stato d’animo, un sentimento di rabbia e di indignazione. Posso già anticiparvi i fatti dei prossimi giorni: vedremo fiumi di articoli e servizi tv con inchieste giudiziarie, avvisi di garanzia, accuse di ogni genere da parte degli inquirenti, e probabilmente una bella retata di arresti. Qualcuno dovrà spiegare come sia possibile vedere sbriciolata una scuola costruita appena due anni fa in piena zona sismica, oppure sulla base di quale criterio si possano, sempre in un’area a rischio terremoto, costruire nel Duemila case con la sabbia. Allo stesso tempo assisteremo a un tormentone su “Casa Italia”, ovvero il maxi piano del governo per iniziare a rimediare allo scempio edilizio, urbanistico e culturale che abbiamo consumato in questi anni.
MAXI PIANO CASA ITALIA RENZI –
Considero questo piano una straordinaria opportunità per un Paese che per decenni, mentre non ha tirato fuori un euro per la manutenzione e la prevenzione di territorio ed edifici (pubblici e privati), ha speso finora 121 miliardi di euro per le emergenze seguite ai terremoti. Soldi che si potevano in gran parte risparmiare e spendere meglio attraverso prevenzione e manutenzione.
Nei giorni del terremoto ero in Veneto, lontano dalla zona dell’epicentro. Sapete solo in questa regione quanti sono gli edifici a rischio sismico? Uno su tre. L’Italia fragile, come ha detto con chiarezza Renzo Piano (bravo Renzi che lo ha consultato per il progetto “Casa Italia”), potrà essere rimessa a posto nell’arco di due generazioni. Non è un tempo biblico, è il conto che paghiamo per decenni di indifferenza. E serviranno due-tre miliardi di euro l’anno, le cifre lasciamole dire agli esperti: ma sono soldi benedetti, investimenti da sistema Paese che migliorano qualità della vita e benessere della popolazione. E sono soldi che in tempi di Grande Crisi, diventano preziosi, indispensabili per rilanciare l’economia e la crescita, vera e non drogata con gli sprechi, di cui abbiamo tutti bisogno.
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CORRUZIONE IN ITALIA –
Eppure, vorrei provare a dirlo con il minimo tasso di retorica possibile, prima ancora che di piani, strategie, soldi, deroghe accettate da Bruxelles, uomini in campo capaci ed efficaci, abbiamo bisogno di un gesto forte preliminare. Uno sguardo collettivo, di classe dirigente e di popolo, nello specchio da dove arriva l’immagine del nostro male più diffuso e meno curato: la corruzione di massa. Mai scrivere sentenze prima che un tribunale le pronunci, ma il quadro di insieme che viene fuori dai crolli nelle zone del terremoto non ha bisogno di particolari approfondimenti per essere già molto chiaro. Con una catena lunga, molto lunga, si sono commessi una sequenza di reati, dalla corruzione al falso in atto pubblico per continuare con un elenco da manuale, che hanno imprigionato un intero territorio nella sua autodistruzione. Fuori dalla legge, e perfino dal buonsenso, e dentro il pozzo nero dell’illegalità, sono state costruite e ricostruite case, scuole, ospedali, uffici. E perfino chiese. Con il funzionario pubblico corrotto, con il politico spregiudicato e ignorante, con i ladri di ogni risma, hanno fatto sponda, purtroppo, tanti, troppi cittadini consapevoli e complici dello scempio. Questa è l’Italia prigioniera, vittima e carnefice, della corruzione. Questa è l’Italia da ricostruire, prima, durante e dopo le case dei poveri sfollati.
AMATRICE IN SEGUITO AL TERRIBILE TERREMOTO DEL 24 AGOSTO:
(Credits: Antonio Nardelli / Shutterstock.com)
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