RICREARE LA FARINA ANTICA
Il pane dei nostri nonni, quello che per ragioni di ottimizzazioni produttive, era scomparso dalle nostre tavole ha ripreso vita. E il merito non è, come si potrebbe immaginare, di un fornaio ma di un ingegnere. Si tratta del cinquantaseienne Marco Roncoroni che nella vita insegna elettronica a Como ma che da sempre ha la passione per il pane. Così quattro anni fa ha cominciato a coltivare varietà antiche di grano, che producono meno, ma che sono anche più resistenti. In questo modo ha ottenuto una farina completamente biologica e che gli ha consentito di preparare un pane che “profuma di ricordi”.
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FARINA SELVATICA
Questa impresa è stata possibile grazie al suo senso etico del cibo che gli ha permesso di credere in un vero e proprio esperimento. Tutto è nato, infatti, quando ha seminato un ettaro di terra presa in prestito. Da allora ha preso avvio un’avventura che gli ha dato grandi soddisfazioni. Oggi, infatti, riesce a vendere la sua farina a 2,50 euro al chilo. Un prezzo molto alto in confronto alle farine 00 che, al supermercato, costano meno di un euro, ma molto popolare se paragonato a quelle dei negozi biologici, dove questi prodotti possono arrivare a costare fino a 10 euro.
E pensare che la sua carta vincente è stata lasciar fare tutto alla natura: la sua farina infatti, utilizzando sementi più antichi, è più resistente ed ha bisogno di meno cure rispetto a quelle ibride, che necessitano di più attenzione. In questo modo ha messo in atto la filosofia di quello che Roncoroni definisce “un maestro”, Masanobu Fukuoka, il botanico giapponese teorico del non fare, o meglio del lasciar fare alla natura.
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