RIDURRE INQUINAMENTO ACQUA
Bicchieri, piatti e sacchetti di plastica. Bottiglie, imballaggi e reti da pesca. Non si tratta della lista della spesa, ma di una piccola parte di rifiuti che l’uomo incosciente getta negli oceani. Parliamo di un numero esorbitante, circa 9 milioni di tonnellate di spazzatura, innanzitutto plastica, riversata nelle acque a discapito dell’ambiente. Vere e proprie “isole di plastica”, come la Great Pacific Garbage Patch, che si estende su una superficie di oltre 1,6 milioni di chilometri quadri nel Pacifico del nord.
Dinanzi a questo disastro, il navigatore franco-svizzero Yvan Bourgnon ha progettato un quadrimarano gigante in grado di raccogliere in un’unica uscita fino a 600 metri cubi di rifiuti. L’imbarcazione, denominata Manta, è concepita con un design che ricorda la forma del pesce di riferimento, è dotata di ampie ali con cui raccoglie la plastica e separa il plancton dai rifiuti più piccoli. Inoltre è resistente alle condizioni meteo più sfavorevoli. Un’invenzione geniale, capace di selezionare e compattare a bordo gli scarti, ancora prima di essere scaricati sulla terraferma.
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COME RIDURRE L’INQUINAMENTO DELLE ACQUE
Unico punto debole dell’iniziativa è il costo molto elevato: si calcola che ogni imbarcazione verrebbe a costare 30 milioni di euro, finanziamento assicurato però da donatori privati e patrocinatori. Ma tutti noi dovremmo mettere mano al portafoglio per finanziare il maggior numero di esemplari possibile.
«Durante un giro del mondo con la famiglia, quando ero bambino, non vidi alcun pezzo di plastica in mare. Trent’anni dopo ho fatto fatica a navigare nei rifiuti di plastica dell’oceano Indiano» ha raccontato Bourgnon ad RTS, la Radiotelevisione svizzera. E ha aggiunto: «Avremmo dovuto suonare l’allarme già 30 anni fa, la nostra speranza è che seguiranno altre cento barche per poter iniziare a estirpare parte del problema».
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MANTA RIDUCE INQUINAMENTO OCEANI
Negli ultimi anni molte associazioni si sono mosse in difesa degli oceani, con l’obiettivo di ripulitura. Sono state messe a disposizione aspirapolveri dei mari che funzionano ad energia solare. E ancora droni a vela concepiti per lottare contro le maree nere, ma che potrebbero anche individuare e ripescare rifiuti galleggianti.
Ma secondo la fondazione svizzera Race For Water gran parte della plastica si trova sott’acqua, spesso a profondità notevoli, e recuperarla significherebbe andare incontro a una missione ardua e molto costosa. Dunque, per ridurre la plastica negli oceani e più in generale a mare, è bene partire sempre da due regole essenziali. La prima: consumarne meno. La seconda: smaltirla in modo corretto.
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