In un pirandelliano gioco delle parti la Lega continua a mettersi di traverso rispetto a un intervento del governo per liberare Napoli dall’immondizia. Mentre Silvio Berlusconi promette l’approvazione del decreto per trasferire, temporaneamente, i rifiuti in altre regioni, i ministri di Umberto Bossi si alternano a minacciare rotture nella fragile maggioranza. E se ieri sono riusciti, per due volte, a impedire perfino la discussione del decreto, oggi avvertono minacciosi che in consiglio dei ministri quando si parlerà della catastrofe napoletana «voleranno le sedie». Le contraddizioni della Lega sono evidenti. Si parla di una «truffa» senza mai essere entrati nel merito del provvedimento, senza averne mai letto neanche un rigo dei contenuti. E si alimenta, per pura e demagogica strumentalizzazione di parte, l’idea che Napoli, la Campania, e il Mezzogiorno debbano essere abbandonati al loro destino. Il trucco dei leghisti risulta evidente proprio esaminando la sostanza dell’intervento governativo: le regioni scelte dal decreto (Marche, Puglia e Toscana) sono favorevoli ad accogliere la spazzatura napoletana, e non appartengono all’aria del Nord-Est sulla quale Bossi intende esercitare il suo ruolo di leader di un sindacato di territorio. Dunque, la Lega gioca con il fuoco del disastro solo per mostrare i muscoli al premier e per conservare una distanza che ritiene necessaria per fermare l’emorragia di consensi certificata con il voto delle ultime amministrative. Un cinico gioco tattico.
Se, come ci auguriamo, il governo manterrà l’impegno approvando il decreto già nel prossimo consiglio dei ministri previsto per martedì, i napoletani potranno tirare un sospiro di sollievo, ma per regione e comune diventeranno sempre più stretti i margini di aiuti esterni. Stefano Caldoro dovrà mostrare la sua autorevolezza nel portare a termine il piano di trasferimento di una parte dei rifiuti nelle province della regione (Avellino, Benevento e Caserta) chiamate ad aiutare Napoli in questa drammatica fase. Luigi De Magistris farà bene ad affrontare l’emergenza con meno anatemi contro i complotti e con più determinazione per smaltire i rifiuti in casa, in discariche provvisorie, o anche per venderli all’estero. E magari provi a pensare a una risposta definitiva a quella domanda rimasta sospesa nel suo programma elettorale: Dove bisogna mettere la spazzatura dei napoletani? Se ognuno riuscisse a fare il proprio mestiere sul territorio, non ci sarebbero più alibi per giustificare i capricci romani della lega.
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