Rifiuti in strada: è un reato, e la colpa è solo nostra

Niente alibi: a guardare le immagini che arrivano da molte città italiane, al Nord come al Sud, l'inciviltà del divano abbandonato è ancora dilagante. E non ha giustificazioni

rifiuti in strada

Dall’ottobre del 2023 gettare rifiuti per strada è un reato penale, previsto anche per i singoli cittadini e non solo per aziende ed enti. La multa prevista va dai mille ai 10.000 euro e raddoppia nel caso dei rifiuti pericolosi. Questo gesto così dannoso e incivile non ha confini: a Palermo ogni anni vengono abbandonati 120 mila rifiuti ingombranti, a Bologna l’immagine che vedete nella copertina di questo articolo è stata scattata dal sindaco, Matteo Lepore.

RIFIUTI IN STRADA

Leggo sempre una bella e utile Rubrica delle lettere pubblicata nelle pagine della cronaca cittadina del Corriere della Sera: nel mio caso di cittadino romano, la rubrica è firmata dal giornalista Paolo Conti, che raccoglie, con molto rigore professionale, sfoghi e proteste degli abitanti della capitale, e non solo. Un cittadino, si firma Francesco Allori, scrive e racconta di una piccola strada, centrale e non nell’oscurità delle periferie romane, di fatto occupata da un materasso matrimoniale. Un incivile lo ha abbandonato in questo modo. E poco conta se, accanto al materasso, i cassonetti sono stracolmi di cartoni e di altro materiale di risulta.

La cosa interessante è che il lettore propone, per bloccare il “comportamento criminoso” di spregiudicati trasportatori, incaricati di ritirare il vecchio materasso o la vecchia cucina per consegnare il nuovo, l’obbligo di marcare i materassi con l’indirizzo del luogo dove è stato ritirato. In questo modo, scrive il signor Allori, si può facilmente risalire a chi  ha preso in carico il materasso per lo smaltimento.

COLPA DI CITTADINI SENZA SCRUPOLI

La proposta è interessante, in quanto rendendo chiara e nota la provenienza di materassi, frigoriferi, divani, poltrone, cucine, abbandonati proprio accanto ai cassonetti dei rifiuti, si potrebbero multare gli autotrasportatori, piccoli e grandi che siano, che firmano questo scempio puntualmente impunito. Solo per risparmiare, in quanto a Roma, come in tutte le città italiane, esistono le isole ecologiche dove vanno smaltiti rifiuti così ingombranti e dannosi, se lasciati in strada. Purtroppo, accanto agli autotrasportatori irresponsabili ci sono anche tanti, davvero troppi, cittadini senza scrupoli, oppure piccole bande di trafficanti di pezzi di ricambio. La cronaca è zeppa di episodi inquietanti in proposito, e non solo a Roma, ma anche in altre grandi città italiane, Nord compreso.
Il delinquente, un uomo, A.R.  di 47 anni, è stato preso con le mani nel sacco. Denunciato a piede libero, se la caverà senza scontare nulla e senza pagare alcuna multa. Eppure il reato ambientale che stava commettendo, è di una enorme gravità: scaricava frigoriferi nei parchi, alla Romanina e all’Anagnina, due popolari quartieri della capitale, dopo averli smontati per vendere al mercato nero i pezzi di ricambio. Almeno una cinquantina i frigo ritrovati.
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(Fonte immagine: Roma Today)
A.R. non è un criminale isolato. Probabilmente la sua attività fa parte di un’organizzazione specializzata in questo tipo di smaltimento fuori legge. Con due ricavi importanti: da un lato i soldi incassati per liberarsi del frigorifero, dall’altro le entrate per le vendite dei pezzi di ricambio. Queste bande a Roma agiscono spesso indisturbate e piazzano i loro frigoriferi, ovunque, anche lungo le rive del Tevere. Oppure in quella che a Tivoli viene definita la Frigo Valley, 70 ettari di terreno a cielo aperto, una gigantesca discarica abusiva di elettrodomestici, innanzitutto  frigoriferi. A poca distanza da uno degli impianti termali più importanti d’Italia (Le famose Terme di Bagni di Tivoli)  e dalle antiche ville frequentate ogni giorno da migliaia di turisti.
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(Fonte immagine: Repubblica)

RIFIUTI IN STRADA A ROMA

A Roma è un’abitudine trasversale. Riguarda la popolazione di tutti i quartieri, dai lussuosi Parioli ai super popolari Pigneto e Garbatella, passando per le zone attorno al Tevere, ai parchi pubblici, alle scuole per l’infanzia. Insomma, ovunque c’è qualcuno, non una ristretta minoranza di incivili, che continua a considerare le strade, qualsiasi strada, come delle discariche a cielo aperto. Luoghi dove, a parte i rifiuti classici, si possono tranquillamente abbandonare anche frigoriferi, divani, poltrone, stendini, mini elettrodomestici, arredi che stiamo sostituendo. Una sorta di «Io buttotutto» e chissenefrega degli altri. Uno spreco che colpisce tutti i cittadini e contribuisce non solo al panorama della capitale più sporca e inquinata d’Europa, ma aiuta anche a mandare in fallimento l’azienda per la raccolta della spazzatura e lo stesso comune.

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RIFIUTI IN STRADA NELLE CITTÀ ITALIANE

Roma, magra consolazione, in questo caso non è l’unica pecora nera in una classe di città pecore bianche. Le bande del frigorifero sono molto forti in Sicilia, dove riescono a gettare i frigoriferi smontati perfino nel pieno del Parco La Favorita in pieno centro a Palermo; in Emilia Romagna, dove rifiuti di questo genere sono ammassati nelle strade centrali di Piacenza; in Campania, con un traffico illegale di apparecchi elettrici ed elettronici usati e buttati in discariche a cielo aperto. Poi a dare una mano ai criminali, ci siamo noi, cittadini con zero senso civico, capaci di abbandonare qualsiasi oggetto di arredo o di uso domestico, in strada, sul marciapiedi, in un parco per bambini o in un giardino pubblico.

PER SAPERNE DI PIÙ: Basta rifiuti. Prendiamo tutti l’impegno, con piccoli e semplici gesti, di ridurli. Si può fare, e non è così complicato come sembra (foto)

ABBANDONO RIFIUTI IN STRADA

La compagnia, se guardiamo all’intero stivale, è ben affollata. Nella civilissima Torino, l’amministrazione comunale ha fatto i conti, segnalando ai suoi cittadini (ma chi utilizza la strada la strada come una discarica abusiva, può essere considerato un cittadino?) che per recuperare e smaltire frigoriferi, divani e arredi vari abbandonati in strada, si devono spendere ogni anno 3,8 milioni di euro. Soldi che poi, ancora uno spreco, con la coperta della cassa comunale sempre corta, si devono trovare tagliando altri servizi, come l’assistenza agli anziani o gli asili per i figli non ricchi e benestanti delle mamme che lavorano. Da qui appelli e multe, con quelle foto di Corso Vercelli, una sola strada del capoluogo piemontese, dove i punti di sversamento per l’«Io buttotutto» sono ben dodici. A Firenze, è stato fermato in flagrante, e tutto si è risolto con una multa irrisoria, un signore che, da parte di un commerciante deciso a chiudere il suo negozio, abbandonava su un marciapiede, come se fossero fiorellini profumati, tavoli, sedie, banconi e perfino alcuni vecchi serramenti non più utilizzabili. Nella zona di Senigallia, lungo una strada che dal comune di Trecastelli porta a una meravigliosa spiaggia, la discarica «Io buttotutto» è diventata gigantesca, e a chi ha la sventura di incrociarla, passa immediatamente la voglia di arrivare fino al mare. Come mai proprio qui? In questa zona esiste un grande Centro commerciale, e dunque molti clienti che vanno a cambiare gli elettrodomestici o l’arredo della stanza da letto, pensano bene di lasciare il loro souvenir- roba vecchia lungo i marciapiedi della strada. E chissenefrega del mare deturpato, del turismo che va a ramengo, dell’inquinamento che ci divora.

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PER APPROFONDIRE: Quanto valgono i rifiuti che sprechiamo e che inquinano? Il libro che racconta lo scandaloso spreco della spazzatura. E dove l’immondizia invece vale oro

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MULTE PER ABBANDONO DI RIFIUTI

Ma possono bastare una pioggia di multe e di verbali, con la caccia all’incivile per fermare il fenomeno dei rifiuti in strada? Purtroppo no. È venuto il momento di prendere per le orecchie, come un tempo si faceva con i bambini troppo indisciplinati, il nostro vicino di casa o di quartiere che considera la nostra strada una discarica per «Io buttotutto». Ed è venuto il momento, ancora una volta, di guardarci allo specchio, e magari di cercare un buon analista o neurologo per curare gli iscritti all’affollato club «Io buttotutto». Gettare questo tipo di rifiuti in strada, o abbandonarli lungo un fiume o in un giardino pubblico, non è solo incivile: è demenziale.

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(Fonte immagine di copertina: pagina Facebook di Matteo Lepore)

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