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SINTOMI
Il reflusso gastroesofageo si verifica quando i succhi gastrici entrano a contatto con la parete dell’esofago. Il passaggio di acido dallo stomaco all’esofago avviene fisiologicamente nel corso della giornata, in particolar modo dopo i pasti. Ma quando si oltrepassa una certa soglia e questo tipo di evento diviene continuativo, si manifesta una vera e propria condizione patologica, con l’insorgenza di sintomi quali:
RIMEDI
Il reflusso gastroesofageo è causato da diversi fattori, come quelli alimentari, funzionali, anatomici e farmacologici. Nella manifestazione di questo disturbo, che interessa circa il 20% della popolazione europea, anche errate abitudini di vita svolgono un ruolo determinante, come rilevato dall’American Gastroenterological Association.
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Seguire alcune sane consuetudini nella vita di tutti i giorni può quindi risultare di grande aiuto per contrastare la sintomatologia caratteristica del reflusso, evitando in molti casi la necessità di ricorrere a medicinali. Scopriamo le principali.
- Smettere di fumare
Le sigarette impediscono allo sfintere esofageo di lavorare correttamente. E creano così le condizioni per le quali i succhi gastrici vengono in contatto con la parete dell’esofago. A causa della nicotina, inoltre, accade che nell’intestino del fumatore i cibi arrivino con una carica acida più elevata. Nel lungo termine, ciò si traduce nell’insorgenza di lesioni alla mucosa del duodeno, la prima porzione dell’intestino tenue, provocando un aumento dell’irritazione dello stesso nonché una crescita nella sensazione di bruciore. Fra l’altro il fumo aumenta anche il rischio di afte in bocca. - Perdere peso, anche camminando
Compiere una regolare attività fisica rappresenta sempre un valido aiuto, in primo luogo per le persone in sovrappeso, soggetti in cui il reflusso gastroesofageo è più frequente. Ma chiunque soffra del disturbo può trarre giovamento dall’esercizio fisico, poiché favorisce l’ossigenazione sanguigna e coadiuva il processo digestivo. Qualsiasi attività fisica va tuttavia preferibilmente svolta lontana dai pasti, in modo da non ostacolare la digestione in corso. - Dormire con il capo e il busto leggermente elevati
Il riposo e il sonno possono diventare un momento complesso per chi soffre di reflusso gastroesofageo. Le ore notturne, tipicamente da mezzanotte alle 3 di mattina, e la posizione sdraiata sono due dei contesti in cui disturbo tende a manifestarsi con più frequenza e con maggiore intensità. Una buona prassi è perciò quella di dormire in posizione non completamente orizzontale ma con un cuscino alto dietro la schiena, mantenendo la testa e il busto leggermente sollevati, così da formare un angolo di trenta gradi. Questa accortezza impedisce la risalita del contenuto dello stomaco mentre si riposa. - Evitare pasti abbondanti
Il reflusso gastroesofageo può essere tenuto a bada anche attraverso una dieta corretta. Il primo accorgimento consiste nell’evitare pasti eccessivi, soprattutto nelle ore serali. Assolutamente da mettere al bando sono poi i pasti consumati in fretta. È cosa nota che la prima digestione avviene in bocca, non solo perché la saliva contiene una sostanza dall’azione digestiva, ma anche perché una corretta masticazione favorisce l’attività gastrica. Attenzione, quindi, a non trangugiare cibi con troppa rapidità. La prima saggia regola consiste nel masticare lentamente e accuratamente. - Gli effetti dello stress
Anche stati di ansia prolungati e stress possono condizionare il reflusso gastroesofageo. Sebbene non sia facile stabilire una vera relazione di causa-effetto, è tuttavia appurato come lo stress sia in grado di incidere sulla motilità gastrica e intestinale, alterando così i processi digestivi. Tenere sotto controllo, nei limiti del possibile, la tensione nervosa costituisce di conseguenza un ulteriore toccasana nella battaglia contro il reflusso gastroesofageo. Largo spazio, perciò, a rimedi quali pause rilassanti, meditazione, sport o lunghe passeggiate, possibilmente a contatto con la natura. - Avere una postura corretta
Cerchiamo di correggere la nostra postura, imparando nel contempo a respirare correttamente. Scoliosi e cifosi dorsale nonché altre problematiche che limitano il movimento del diaframma tendono a peggiorare il reflusso gastroesofageo. La ginnastica posturale unita ad altre tecniche che consentono di respirare meglio possono di contro essere un buon aiuto.
CIBI DA EVITARE
Anche il regime alimentare che si segue ogni giorno è alla base della cura e della prevenzione del reflusso gastroesofageo. In linea generale, le buone abitudini nutritive per chi soffre di questo disturbo includono:
- Pasti controllati sotto il profilo della quantità di cibo consumato, così da facilitare la digestione;
- Corrette combinazioni alimentari che prevedano pietanze poco elaborate, evitando cibi fast food e acidificanti.
Nell’elenco degli alimenti e delle bevande da mettere al bando o perlomeno da limitare il più possibile, si annoverano:
- Caffè e tè
- Alcolici
- Bibite gassate
- Cibi grassi e fritti
- Pomodori
- Cipolla
- Aglio
- Agrumi
- Piatti speziati
- Cioccolata
- Menta
- Ketchup e senape
Da evitare anche l’abitudine di masticare chewin gum poiché aumenta la quantità di aria presente nella sacca gastrica, favorendo il reflusso.
CIBI DA MANGIARE
La dieta più idonea a contrastare il reflusso gastroesofageo prevede invece cibi e bevande quali:
- Carni bianche
- Pesce
- Verdure cotte
- Zenzero
- Camomilla
- Malva
- Succo di liquirizia, dall’effetto antinfiammatorio
TISANE PER IL REFLUSSO GASTROESOFAGEO
- La camomilla svolge naturalmente un’azione calmante, ma riesce anche a garantire una regolare motilità gastrica. E in questo modo si riduce l’infiammazione alle pareti della stomaco.
- La malva abbassa gli stati di forti emozioni e di tensione, che incidono sull’insorgere del reflusso gastroesofageo.
- La liquirizia aiuta a digerire e contrasta la sensazione di nausea.
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PREVENZIONE
- Cercate di distribuire i pasti nel corso della giornata, puntando su cinque mini-pasti
- Mangiate lentamente e senza fretta, triturando bene il cibo.
- Fate trascorrere almeno due ore dal pasto prima di andare a letto.
- Non stringete troppo la cintura dei pantaloni all’altezza della vita.
- Imparate a respirare bene, anche dal naso e con tecniche di rilassamento.
CHE SUCCEDE SE NON SI CURA BENE IL REFLUSSO GASTROESOFAGEO?
- Ulcere. Sono dovute alla continua risalita dell’acido nell’esofago e al danneggiamento della mucosa.
- Stenosi. E’ sempre l’acido che può causare il restringimento dell’esofago (stenosi).
- Esofago di Barret. Nel lungo termine, il reflusso gastroesofageo può causare dei cambiamenti delle cellule nella parte inferiore dell’esofago. E le cellule mutate possono diventare cancerose.
- Cancro all’esofago. Ogni dieci-venti pazienti ai quali viene diagnosticato l’esofago di barret, uno svilupperà, purtroppo, un cancro all’esofago.
ALIMENTI CHE AIUTANO L’INTESTINO:
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