Terremoto: l’allevatore che ha vissuto in una yurta per non abbandonare gli animali (foto)

Marco Scolastici ha solo 28 anni ma le idee chiarissime. Tempo fa ha deciso di lasciare l’università per produrre un pecorino biologico all’interno dell’azienda agricola di famiglia. Una scelta che ha voluto portare avanti anche dopo il sisma quando le condizioni sono diventate proibitive

GIOVANI ALLEVATORI

RIPARTIRE DOPO IL TERREMOTO

Ha lasciato l’università per dedicarsi alla sua terra e prendersi cura dei pascoli di famiglia. Una decisione forte e rivoluzionaria che, Marco Scolastici ha voluto portare avanti anche nel momento di difficoltà. La sua azienda agricola, infatti, sorge sulle montagne di Visso, nelle Marche, ed è stata vittima, come tutte le località vicine, del terremoto del Centro Italia del 2016. Un cataclisma che ha messo in ginocchio tante attività e che avrebbe decretato morte sicura per gli animali dell’Azienda Agricola Scolastici, se Marco non avesse deciso di non “abbandonare la nave”, trasferendosi a vivere all’interno di una yurta, la tipica abitazione mobile adottata da molti popoli nomadi dell’Asia. In questo modo è riuscito a prendersi cura dei suoi animali e a produrre con tenacia un particolarissimo formaggio biologico.

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Marco Scolastici1

AZIENDA AGRICOLA SCOLASTICI

Marco ha 28 anni e ha deciso di trasferirsi tra i monti per ripercorrere le orme del nonno e del padre. Dopo un adolescenza passata tra Tarquinia e Roma, dove ha studiato economia, la scelta di tornare alle radici è stata ispirata dalla voglia di dimostrare che i Sibillini sono una terra da vivere. Così ha preso in mano l’attività di famiglia che continua a lavorare tra montagna e pianura, in particolare nella piana laziale, nello specifico a Tarquinia, dove c’è il resto dell’azienda. In questo modo ha dato continuità alla produzione ventennale di pecorino biologico, che con il terremoto ha rischiato di scomparire. Visso, infatti, è stato uno dei comuni più colpiti e tra le montagne dove sorge l’Azienda Agricola Scolastici sono rimasti davvero in pochi a casusa del crollo di quasi tutte le fattorie. Per ovviare a questo problema Marco ha ascoltato il consiglio di un cliente che gli ha suggerito l’idea della yurta e così, dopo essersi informato, una ditta olandese si è proposta di istallare la grande tenda gratuitamente e questo “eroico” ragazzo è riuscito a superare il rigido inverno, portando avanti una produzione di cui va molto fiero. Nella sua azienda, infatti, il formaggio una volta preparato viene fatto stagionare in una ex cisterna sottoterra dove le forme di pecorino maturano su scaffali da biblioteca. “Qui niente conservanti, niente prodotti di sintesi. Siamo nel biologico da 22 anni – ha spiegato Marco a Paolo Rumiz in un’intervista su Repubblica – Certo, il terremoto ci ha messo i bastoni tra le ruote, ma la commercializzazione non si è interrotta e il grado di sicurezza sanitaria non è mai sceso”.

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GIOVANI ALLEVATORI

Per questo gesto che sa di eroico, Marco è stato premiato dalla giuria del premio “Mario Rigoni Stern“, che ha deciso di assegnarli un riconoscimento speciale, inaugurando la sezione non letteraria denominata “I guardiani dell’Arca“. In questo modo il premio, dedicato allo scrittore che ha raccontato il mondo delle Alpi, ha voluto rendere omaggio alle montagne dell’Appennino, dove un giovane ragazzo ha lottato per portare avanti il suo sogno.

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Le foto sono tratte dalla pagina Facebook dell’Azienda Agricola Scolastici e dal profilo di Marco Scolastici

GIOVANI CHE HANNO SCELTO DI TORNARE ALLE RADICI

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