Ansia da lavavetri: adesso c’è chi chiede un risarcimento in tribunale. Ma vi sembra possibile?

L’assurda vicenda, con un mare di sprechi, è avvenuta a Udine dove un automobilista si è rivolto ai giudici per « danno esistenziale» causato da un lavavetri. Deciderà il Tar. Un episodio di un’Italia intollerante e con tanta voglia di risse.

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RISARCIMENTO PER DANNI MORALI –

Chi di noi non è mai stato disturbato da un lavavetri durante la sosta a un semaforo rosso? Nessuno. Di solito, sono sorridenti e gentili, non danno alcun fastidio, qualche volta esagerano e ti piazzano la spazzola sul vetro prima ancora che tu possa dire un sì o un no. Ma un banale disagio di questo genere non può diventare un reato, o una colpa da risarcire in via pecuniaria con tanto di contenzioso giudiziario.

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LITI E CONTENZIOSI GIUDIZIARI FACILI IN ITALIA –

Eppure nell’Italia delle liti facili, un enorme spreco di risorse pubbliche (per l’ingolfamento dei tribunali) e privati (per i costi delle cause) accade anche questo. Un automobilista di Udine, evidentemente piuttosto intollerante, si è rivolto al tribunale per chiedere un risarcimento, per «danno esistenziale», per essere stato disturbato da un lavavetri durante lo stop a un semaforo. Siamo arrivati così a una clamorosa, e inutile, sentenza delle sezioni unite della Corte di Cassazione che non ha demolito la bizzarra richiesta. Anzi. Il fascicolo è stato spedito al Tar che dovrà quantificare il danno subito dall’automobilista e poi imporre all’amministrazione comunale di Udine di risarcirlo.

DANNO ESISTENZIALE DA LAVAVETRI –

L’aspetto più incredibile di questa vicenda è che i giudici della Cassazione non solo riconoscono l’esistenza del «danno esistenziale» da lavavetri, ma aggiungono che le loro richieste producono disagio e ansia. E inoltre mettono a rischio (!) la sicurezza urbana. Insomma: il lavavetri, come il venditore ambulante di fazzolettini di carta, diventano dei potenziali delinquenti, autori di reati che vanno comunque risarciti. Con i soldi, sempre pochi, delle casse comunali.

PERCHÉ IL CONTENZIOSO DI UDINE È ASSURDO –

A prescindere dalla decisione del Tar, il contenzioso di Udine è assurdo sotto diversi profili. I lavavetri possono anche infastidire, ma ciò non giustifica un contenzioso nelle aule dei tribunali che arriva fino alla Cassazione e poi viene rimandato al Tar. Che cosa accadrà dopo questo precedente? Gli automobilisti più spregiudicati sommergeranno i tribunali di richieste di danni per l’ansia da lavavetri, che finiranno per diventare fascicoli record come le cause condominiali? E infine, senza buonismo di maniera, un innocuo lavavetri non induce alcuna pietas da parte di chi lo incrocia a un semaforo? In fondo, è solo un uomo che cerca di portare a casa qualche euro per vivere, e non merita tanto disprezzo.

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