Le soluzioni per migliorare la classe energetica della propria casa, ma anche per risparmiare sul costo delle utenze – evitando sprechi di energia in eccesso – sono ormai numerose. Tra queste bisogna considerare l’impianto di riscaldamento a pavimento che non solo abbatte le spese di gas e elettricità, ma consente di avere un sistema termico domestico efficiente e smart.
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Riscaldamento a pavimento
In primis, partiamo dalle sue origini, da dove l’impianto a pavimento ha recuperato l’idea iniziale. Per rispondere a questo quesito, bisogna tornare alla metà del secolo scorso e rispolverare gli allora comuni pannelli raggianti.
Questi, attraverso un irraggiamento con radiazioni termiche, riuscivano già in passato a fungere da sistema di riscaldamento ad uso domestico. Oggi come si può ben sperare, le migliorie tecnologiche e lo sviluppo in materia ha reso possibile una vera evoluzione per questo tipo di impianti.
In particolare, un riscaldamento a pavimento odierno è costituito da tubazioni istallate al di sotto della pavimentazione domestica o anche uffici. La rete di tubature è appoggiata su di un manto isolante che ha il compito di contenere ed evitare che il calore sia dissipato verso l’esterno. Ogni sistema termico a pavimento può essere utilizzato per riscaldare o raffreddare, facendo fluire acqua fresca a 16°-18°.
Nel caso di un impianto ad alimentazione elettrica, invece, sono istallate delle resistenze elettriche. Non sarà necessario inoltre creare una rete di tubazioni, ma basterà disporre delle serpentine raggianti. Ma approfondiremo l’argomento meglio in seguito.
Bisogna considerare inoltre che con gli incentivi sul rinnovabile è possibile trovare un compromesso conveniente per alimentare il riscaldamento a pavimento con il fotovoltaico, un impianto solare o altre fonti di energia eco-sostenibili. Un’alternativa ideale anche visti gli aumenti esorbitanti del metano e per utilizzare energia verde e gratuita.
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Riscaldamento a pavimento elettrico
Un impianto di riscaldamento a pavimento elettrico a primo impatto può sembrare simile a quello idraulico. Ma la differenza sostanziale è nel funzionamento.
Infatti, se un impianto idraulico è installato in maniera tale da trasportare acqua in tutte le tubazioni, un sistema elettrico è costituito da una sorta di serpentina che al passaggio dell’elettricità si riscalda, irraggiando energia termica.
Di sicuro, quest’ultimo ha un costo di installazione più economico rispetto al normale. Inoltre, permette di riscaldare gli ambienti con temperature differenti a seconda delle esigenze. Cosa che con un impianto idraulico è ben più complesso.
Tuttavia, non è luce tutto ciò che luccica e anche il riscaldamento elettrico può avere un tallone d’achille. In particolar modo, questo è accentuato se non si è in possesso di un impianto ad energia rinnovabile.
Il motivo è semplice: soddisfare il fabbisogno domestico con sola energia elettrica richiede una certa spesa che può eguagliare o perfino superare quella di gas metano o simili.
Pertanto, il consiglio migliore che si può dare è quello di affiancare un modesto impianto fotovoltaico, pannelli solari o ricavare elettricità da fonti di energie sostenibili per riuscire ad avere un riscaldamento duraturo, efficiente e ad un costo irrisorio.
Ricordiamo inoltre che l’uso di elettricità consentirà di abbattere quasi nella sua totalità lo spreco di gas e acqua. A vantaggio dell’elettrico va anche l’ingombro, del tutto inferiore rispetto alle tubazioni di mandata e ritorno. Per non dimenticare della caldaia che diventerà obsoleta e quindi nessuna manutenzione periodica obbligatoria.
Quanto si risparmia con un impianto riscaldamento a pavimento
È indiscutibile che oggi gli impianti di riscaldamento a pavimento permettano di risparmiare sia sui costi in bolletta che sull’energia adoperata. Ma quali sono le prove a favore?
La risposta arriva dal EU-Ray, European association of the hydronic surface heating and cooling industry, che monitora e ricerca sulle possibili alternative per abbattere i costi e gli sprechi di energia nel settore.
In particolare, lo studio condotto dai ricercatori ha permesso di evidenziare come l’utilizzo di riscaldamento a pavimento abbia giovato nel risparmio energetico in edifici collocati in tre diverse città europee:
- Venezia
- Bruxelles
- Stoccolma
Nel dettaglio, la ricerca ha rivelato che l’impianto a pavimento ha consentito di risparmiare dall’8 al 30 per cento rispetto ad altri sistemi termici. È chiaro inoltre che con un fotovoltaico collegato ad un impianto elettrico, è possibile abbattere di una buona percentuale l’impatto ambientale e le spese delle utenze.
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Come regolare termostato per riscaldamento a pavimento
Rispetto a un impianto a biomassa o a gas, un sistema termico a pavimento differisce anche nelle modalità di riscaldamento. Questo è vero soprattutto per la differenza di tempistiche che intercorre tra l’accensione e il raggiungimento della temperatura desiderata.
Se da un lato infatti un impianto qualsiasi può essere messo in funzione o spento in ogni momento e a piacimento, il discorso cambia per un riscaldamento a pavimento. Il motivo principale è il tempo che impiega per riscaldare l’ambiente, più lungo anche di tanto e solo nei casi di impianti di ultima generazione, più vicini ai loro cugini.
In questo modo, anche regolare il termostato richiede un’impostazione diversa dagli altri impianti, che riesca a ottimizzare l’efficienza del riscaldamento. La ricetta consigliata è quella di impostare una temperatura media costante che varia tra i 18 e i 20 gradi.
Inoltre, quando si lascia casa per più giorni, è meglio pianificare la riaccensione dell’impianto almeno un giorno prima, a seconda della capacità del riscaldamento a pavimento.
Costi riscaldamento a pavimento
Non è un segreto che questo impianto perde in partenza sul costo iniziale. Infatti, sul confronto con gli altri impianti è di sicuro il più caro con un prezzo al mq che oscilla tra i 30 euro, per gli impianti più economici, fino ad oltre 110 euro per prodotti di maggiore qualità.
Il costo in media invece per riscaldare una casa di circa 100 mq può aggirarsi intorno ai 6.000 euro. Da considerare tuttavia che associato ad un impianto a fonti rinnovabili può essere sfruttato con una spesa inferiore rispetto a quella di una caldaia a GPL, metano o persino di un impianto a pellet.
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