L’omeopatia è utile per curarsi?

In Italia 13 milioni di persone usano prodotti omeopatici. Specie per le patologie respiratorie. Sbagliano o fanno bene ?

rischi omeopatia

L’omeopatia, come dottrina medica elaborata in aperta contestazione con la medicina tradizionale, ha radici lunghe. Tutto inizia con gli studi del medico tedesco Samuel Hahnemann, agli inizi dell’Ottocento, e da allora, nonostante migliaia di approfondimenti, la domanda sulla reale utilità dell’omeopatia per curarsi, resta sempre aperta e senza una risposta definitiva. Così come si allunga l’elenco dei pro e dei contro dell’omeopatia, il cui termine deriva dalle parole greche omoios, ossia simile, somigliante, e pathos, che significa sofferenza, malattia.

Pro e contro

Nonostante la grande diffusione anche in Italia, l’omeopatia, suggerita da un pediatra su tre, resta una materia molto controversa, e al momento non esistono ancora studi scientifici completi in grado di dimostrare con certezza una sua efficacia superiore all’effetto placebo. Gli stessi medici ed esperti sono molto divisi. Alberto Magnetti, presidente della Federazione nazionale dei medici omeopatici, per esempio non ha dubbi: questa terapia è efficace e viene contrastata da chi, a partire dalle case farmaceutiche, ha interesse a denigrarla. Per Silvio Garattini, autorità scientifica nel campo della Farmacologia, invece le medicine omeopatiche, 300 milioni di euro di fatturato l’anno in Italia, sono inutili e controproducenti. Acqua fresca.

L’omeopatia funziona?

Per fare chiarezza, cerchiamo di fare un’analisi con i pro e i contro di tutti i punti controversi. I medicinali omeopatici non sono farmaci. Non contengono, infatti, principi attivi terapeutici per curare e prevenire malattie e non hanno bisogno di un’autorizzazione per la vendita da parte dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Tra l’altro non sono rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale. In America c’è perfino una legge che impone ai produttori di medicinali omeopatici di specificare nel foglietto illustrativo che non esiste alcuna certezza sull’efficacia di questi preparati. Attualmente in Italia i medicinali omeopatici vengono erogati anche in assenza di ricetta medica. L’Aifa ha chiesto alle aziende produttrici una specifica documentazione che deve attestare sicurezza, composizione, via di somministrazione, dati vendita e consumo dei vari preparati. Questa iniziativa non vuole autorizzare i prodotti omeopatici come se fossero farmaci, ma solamente favorire la loro libera circolazione in Europa.

I medicinali omeopatici

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Secondo alcune ricerche i medicinali omeopatici vengono principalmente impiegati per le patologie respiratorie, atopiche, infiammatorie, otorinolaringoiatre o i disturbi dell’apparato gastrointestinale. Più che la malattia, l’omeopatia avrebbe lo scopo di curare l’individuo nel suo complesso e questo rende impossibile fornire indicazioni terapeutiche generali. Omeopatia non è sinonimo di fitoterapia. Da non confondere con i prodotti di erboristeria, i fitoterapici sono medicinali il cui principio attivo è una sostanza di origine vegetale, che deriva da piante tradizionalmente usate per curare o prevenire una malattia. Al contrario dei medicinali omeopatici, i fitoterapici sono stati ufficialmente approvati dall’Aifa e sono venduti esclusivamente nelle farmacie, senza obbligo di prescrizione medica. Secondo la teoria omeopatica, i medicinali omeopatici contengono dosi infinitesime di sostanze (minerali, vegetali, animali o di sintesi), diluite in acqua e alcol che sarebbero in grado di curare la patologia, mentre secondo la scienza basata sulle evidenze non contengono nulla di farmacologicamente attivo o che abbia una qualche attività documentata. La validità di questi trattamenti clinici, infine, non può essere dimostrata semplicemente dal fatto che qualcuno afferma che per lui ha funzionato oppure che un amico è guarito. Il successo riportato da qualche paziente non ha alcun valore in termini di efficacia clinica, che deve essere dimostrata in un modo scientificamente valido.

La stroncatura pubblicata su Lancet

Lo studio che ha fatto scuola per tutti coloro che considerano uno spreco le cure omeopatiche risale al 2005. Un gruppo di lavoro internazionale, guidato dalla cinese Aijng Shang, ha messo a confronto 110 studi realizzati in tutto il mondo sulla medicina omeopatica e altrettanti su quella convenzionali. I risultati sono stati pubblicati su The Lancet e hanno fatto grande scalpore. All’omeopatia non viene riconosciuto nessun effetto differente dal placebo, i medici vengono invitati, anche per “onestà intellettuale e professionale” a non prescrivere cure omeopatiche, definite “prive di qualsiasi beneficio per i pazienti”. Dieci anni dopo, nel 2015, ad analoghe conclusioni giungono due ricerche, in Australia e in Europa.

Omeopatia e pediatria

Nel 2106 l’omeopatia in Italia ottiene un parziale riconoscimento da parte della Federazione nazionale dei medici pediatri. Da un’indagine si scopre, infatti, che un pediatra su tre affianca le cure omeopatiche alle terapie farmacologiche. In pratica, attraverso l’utilizzo di medicinali omeopatici, si ottiene una migliore reazione dell’organismo dei bambini all’uso dei farmaci, e usata al termine degli eventi acuti riduce i rischi di recidive.

Omeopatia e cure oncologiche

Un altro ambito nel quale l’omeopatia viene spesso utilizzata è come coadiuvante nelle cure oncologiche. Uno studio del 2020, condotto da Michael Frass con altri colleghi oncologhi, e pubblicato sulla rivista The Oncologist ha accertato le qualità dell’omeopatia come terapia adiuvante in ambito oncologico e ha consentito di inserirla nelle linee guida delle autorità sanitarie tedesche a proposito di queste patologie. In particolare, l’omeopatia consentirebbe di ridurre alcuni effetti collaterali delle cure contro il tumore, come il vomito, la nausea, i disturbi dell’umore e l’eccessiva stanchezza.

La diffusione dell’omeopatia

In Europa ci sono 130 milioni di cittadini che fanno ricorso alle cure omeopatiche e 50mila medici che le prescrivono. La diffusione dell’omeopatia varia da un paese all’altro, anche in Europa. Il livello più alto (attorno al 10 per cento) si registra in Austria, Francia, Germania; poi Spagna e Portogallo (tra il 2 e il 3 per cento) e le nazioni del Nord Europa, come Danimarca, Norvegia e Svezia (tra l’1 e il 2 per cento). In Italia il 4,5 per cento della popolazione si affida in modo continuativo alla medicina omeopatica, con una frequenza quotidiana o settimanale. E il 20 per cento della popolazione italiana utilizza l’omeopatia almeno una volta all’anno.

Controindicazioni

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E veniamo ai possibili rischi dell’omeopatia:

  • Il paziente ingannato. Sicuramente i medicinali omeopatici non hanno alcun rischio di tossicità. Ma possono sottrarre al paziente farmaci convenzionali preziosi, se non indispensabili, la cui efficacia è invece dimostrata sul piano scientifico.
  • L’omeopatia è utile per curare le malattie virali verso cui la farmacologia tradizionale non ha armi efficaci; secondo gli esperti però, se non c’è una risposta rapida significa che alla malattia si è sovrapposta un’infezione batterica, contro cui si deve agire con gli antibiotici.
  • Spesso i farmaci omeopatici servono a controllare i sintomi nelle malattie croniche ma non portano a una guarigione. L’omeopatia stimolerebbe l’organismo a reagire e a trovare in sé le risorse per stare meglio, ma da sola non può bastare. Nel caso delle allergie, per esempio, potete togliere cortisonici e antistaminici solo dopo aver verificato che i sintomi non ci sono più. Eliminateli solo quando non servono e mai prima.

I prodotti omeopatici non più rimborsato in Francia

RISCHI OMEOPATIA

L’Haute Authorité de Santé (HAS), paragonabile all’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in Italia, nel 2021 ha stabilito sulla base di oltre 800 studi scientifici che l’omeopatia e i rimedi naturali a essa connessi non si fondano su principi scientificamente provabili. Non dimostrandone l’efficacia scientificamente, il governo francese ha risposto con la rimozione dei rimborsi sull’acquisto di prodotti omeopatici. Ma attenzione, l’HAS non è stato il primo ente di ricerca ad opporsi all’omeopatia. Nel 2017 anche il National Health Service nel Regno Unito era giunta alla stessa conclusione. Infatti, anche in Inghilterra i ricercatori affermavano che l’efficacia dei prodotti omeopatici restava senza fondamenti scientifici. E che non era quindi in alcun modo da considerarsi un sostitutivo ai farmaci. Nello stesso anno della ricerca britannica, veniva pubblicato per la prima volta anche l’EPI3. Il più grande studio farmaco-epidemiologico mai condotto in Francia in circa 7 anni di osservazioni ha analizzato le guarigioni e il decorso clinico di oltre 8 mila pazienti. Lo studio ha preso in considerazione solo 3 tipologie di disturbi:

  • Insonnia, ansia e depressione
  • Infezione del tratto respiratorio superiore
  • Dolori muscolari o scheletrici

La ricerca, con 11 pubblicazioni scientifiche a supporto, ha evidenziato che per le categorie di disturbi prima elencate, l’uso di prodotti omeopatici ha portato alla stessa percentuale di guarigione dei farmaci. Con la differenza che i pazienti che hanno assunto rimedi omeopatici hanno ridotto anche l’uso di antibiotici o farmaci in buona parte e quindi evitando il rischio di effetti collaterali, problemi che con i prodotti omeopatici non sussistono. Il professore Bernard Bégaud che insegna farmacologia all’università di Bordeaux e capo della ricerca indipendente di EPI3, sostiene che l’efficacia dei trattamenti allopatici o omeopatici, per quanto concerne le tre tipologie incluse nello studio, hanno un grado di soddisfazione pressoché identici. Ma chi assume rimedi omeopatici può ridurre il consumo di benzodiazepine e antibiotici. Come è ben chiaro, le due fazioni continuano a scontrarsi e nel concreto, sembrerebbe esserci un divario enorme tra allopatia e omeopatia. Tuttavia, per disturbi lievi e transitori come può esserlo per la tosse, il mal di gola o un’ansia leggera, i rimedi naturali omeopatici possono avere gli stessi effetti dei farmaci. Ciononostante, il supporto scientifico a riguardo è ancora scarno e insufficiente.

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