Un mostro. L’unica cosa che sappiamo con certezza del coronavirus è la sua diabolica aggressività, la velocità con la quale colpisce e l’enorme quantità di danni, in termini di vite umane, che può fare. Inoltre, e questo è un punto condiviso dalla comunità scientifica, abbiamo capito che il SARS-CoV-2, come dice il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedror Ghebreyesus, «resterà con noi molto tempo». Una previsione parallela a quella messa nero su bianco da una ricerca di un gruppo di epidemiologi dell’università di Harvard, secondo il quale andremo avanti con il distanziamento sociale almeno fino al 2022.
RISCHIO SECONDA ONDATA IN AUTUNNO
Che cosa accadrà, con questa premesse, in autunno? Quali sono i rischi di ricadute? E come possiamo prevenirle? Vediamo in ordine quali sono i fattori in base ai quali il pericolo di recidiva aumenterà, e come è possibile contenerlo, sia sul piano dei comportamenti individuali sia per quanto riguarda le scelte collettive.
La stagione dell’influenza. È già prevista per l’autunno una nuova ondata influenzale che colpirà molti italiani. Con un virus simile al SARS-CoV-2 ma assolutamente meno pericoloso. Le cose da fare sono due. La prima: una campagna di vaccinazione antiinfluenzale a tappeto, anche per evitare non fare confusioni tra le due patologie. La seconda: evitare, in ogni caso, occasioni di contagi. Anche le più banali.
La temperatura si abbassa. Per quanto gli studi non siano del tutto sicuri, anche considerano la giovane età del SARS-CoV-2, possiamo dire con una certa sicurezza che si tratta di un virus stagionale, nel senso che funziona meglio, dal suo punto di vista, quando le temperature si abbassano. E al contrario arretra nei mesi estivi. Quindi, un nuovo attacco con l’arrivo delle temperature autunnali è da aspettarselo.
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Le persone in ambienti chiusi. L’autunno segna anche un cambiamento degli stili di vita. Si esce meno all’aria aperta e si sta più spesso in ambienti chiusi, dalle case agli uffici. Luoghi dove diventano facili gli assembramenti e dove diventa difficile mantenere la distanza sociale. Le abitudini prese, con relative precauzioni, durante la quarantena, dovrebbero tornarci utili quando l’estate sarà alle nostre spalle.
L’immunità di gregge. Secondo alcuni esperti, come Ilaria Capua, una ricaduta in autunno è prevedibile anche per un altro fattore: non saremo ancora nella condizione auto-protettiva dell’immunità di gregge. L’unico gradino, precedente al vaccino e accompagnato da medicinali sicuramente efficaci, in grado di tenere a distanza gli effetti più gravi del coronavirus.
Recrudescenze ben localizzate. Altra ipotesi: in autunno il SARS-CoV-2 colpirà nelle aree dove non si è diffuso nei primi mesi dell’anno. Per prevenire effetti simili saranno importanti i risultati dei test sierologici, grazie ai quali ci saranno modelli matematici attendibili e definitivi per accertare il vero grado di letalità e innanzitutto la vera mappatura del contagio.
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Le scelte di politica sanitaria. Per fare fronte a un eventuale ritorno di fiamma autunnale del coronavirus le risposte, da parte del Servizio sanitario nazionale, devono essere univoche dal punto di vista organizzativo. Sarà decisiva l’azione della prima linea dei medici di base e dei dipartimenti territoriali delle Asl: da qui i contagiati, una volta individuati, vanno messi subito in quarantena. Ed a fronte di numeri significativi devono essere ricreate specifiche zone rosse, senza ripetere incertezze ed errori che sono stati fatti nella prima fase del contagio in Italia.
Le scelte individuali. Sono le solite, alle quali ormai tutti dovremmo essere abituati. Lavarsi spesso e bene le mani. Conservare comunque la distanza sociale. Usare guanti e mascherina ogni volta che sia necessario. Evitare assembramenti. E ricordarsi che, purtroppo, il coronavirus è sempre dietro l’angolo, e lo sarà ancora per diverso tempo.
Photo credit immagine di copertina: MikeDotta/Shutterstock.com
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