Il riso basmati, un prodotto molto usato in tutta la cucina orientale e anche in quella europea (specie per le insalate e base di riso), può essere inquinato da significative quantità di pesticidi. A questa conclusione arrivano diversi test in laboratorio condotti per conto di “Bon à Savoir”, la rivista dei consumatori svizzeri. Le marche analizzate sono 12, tutte provenienti da grandi supermercati e negozi asiatici, e tutte contaminate dalla presenza di pesticidi in quantità decisamente superiori a quelle consentite dalla legge.
Nel riso basmati “Barkat Basmati” e “Asli Prime Basmati è stato rilevato un solo pesticida; tra tre e cinque sono state trovati in “Prix Garantie Basmati” della Coop elvetica, “M-Classic Basmati parfumé” della Migros e nel prodotto di marca “Tilda Pure original Basmati”.
In sette confezioni, invece, gli esperti hanno trovato livelli di pesticidi oltre il limite consentito, ovvero nei prodotti di Duru, Shazia, Kaalar, Rasht Darbari, Anar Dana, Rohad e Aggarwal. La confezione “Khalis Indian Basmati” di Aggarwal conteneva residui di ben 13 pesticidi e fungicidi.
Anche in Italia ci sono alcuni precedenti in questo campo della sicurezza alimentare a proposito del riso basmati: nel 2021, per esempio, alcuni lotti del Riso Basmati di Foods Limited (Original Basmati Rice), sono stati ritirati dai supermercati proprio per la presenza di pesticidi. Un’altra indagine a cura di Altroconsumo, che risale alla primavera del 2024, ha riscontrato la presenza di pesticidi e metalli pesanti nella maggior parte delle 20 marche esaminate di riso carnaroli.
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