Chikù non molla. Donne forti e coraggiose, che sanno stare bene insieme ormai da diversi anni, italiane e rom, capaci di creare un cucina multietnica nel cuore più difficile della città: il quartiere Scampia.
CHIKÙ RISTORANTE A SCAMPIA
Chikù ha riaperto dopo una serie di problemi che ne hanno messo a rischio la sopravvivenza, compresi i raid e i furti subiti. Nel quartiere, evidentemente, non piace un’iniziativa multietnica che rappresenta anche un’alternativa rispetto alle attività legate allo spaccio della droga. Un progetto cresciuto attorno a una cooperativa sociale, Kumpania
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KUMPANIA
Kumpania, l’impresa sociale che ha dato vita a questa realtà – prima impresa sociale gastronomica di rom e italiani, avviata a Napoli nel 2013, vincitrice di diversi premi e sostenuta come start-up da Unicredit Foundation, Fondazione con il Sud e Fondazione Peppino Vismara – è un luogo di sperimentazione, cantiere di pratiche e riflessione che vede protagonisti tutti gli abitanti del territorio. Il ristorante Chikù nasce dall’incontro di Kumpania e dell’associazione “Chi rom… e chi no“, da dodici anni impegnata nella mediazione tra rom e napoletani nel quartiere. Il locale italo-rom è aperto a pranzo e cena, fa anche un servizio di catering, e il suo spazio ospita corsi di cucina multiculturale per adulti e bambini, aperitivi, buffet, feste, percorsi enogastronomici e pedagogici.
“Proviamo a dare risposte concrete in termini di emancipazione economica, sociale e di lotta alle discriminazioni in un territorio complesso come quello di Scampia“, spiegano gli operatori di “Chi rom… e chi no”. Scampia ospita due dei campi rom, abusivi e non, più grandi della città. Napoletani e rom, due mondi che convivono da oltre vent’anni, e spesso non si parlano, da Chikù provano a incontrarsi a tavola.
L’immagine di copertina è tratta dalla pagina Facebook CHIKÙ gastronomia cultura tempo libero
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