Si rivedono le lucciole, e questa è sicuramente una buona notizia. Il ritorno di questi preziosi coleotteri luminescenti, infatti, è l’indicatore di un miglioramento delle condizioni ambientali dei luoghi dove vivono e si riproducono. O almeno una maggiore attenzione del loro habitat, senza il quale le lucciole, a differenza di altri insetti, come le api, non riescono a sopravvivere.
RITORNO DELLLE LUCCIOLE
La luce delle lucciole è legata alla loro attività di riproduzione. Intermittente quella dei maschi, fissa quella delle femmine, altro non è che il risultato di una reazione chimica che segnala il richiamo sessuale delle duemila specie di lucciole.
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RIPRODUZIONE DELLLE LUCCIOLE
Il periodo di riproduzione delle lucciole è brevissimo, tra maggio e fine giugno, e coincide con il loro show di luci che tanto accende la nostra fantasia. Una fase delicatissima che può essere interrotta da due eventi catastrofici per le lucciole. Il primo riguarda l’eccesso di luce nell’ambiente dove le lucciole si riproducono, una luce che impedisce al maschio e alla femmina di riconoscersi. Da qui la mancanza di contatti e di attività sessuale. In secondo problema si collega all’inquinamento ambientale dei terreni agricoli. Le lucciole si nutrono di lumache e di chiocciole, ma laddove i suoli sono avvelenati da fertilizzanti e pesticidi, questi coleotteri ingeriscono veleno. E muoiono.
DIVIETI DI LUCI ARTIFICIALI PER SALVARE LE LUCCIOLE
Così per salvare le lucciole e mettere in sicurezza la loro attività di riproduzione, Giovanni Piero Barulli, sindaco di Mottola, in provincia di Taranto, ha firmato la prima ordinanza salva-lucciole in Italia. Di fronte alla folla di curiosi che affollava il bosco di Sant’Antuono per vedere da vicino, e fotografare, la riproduzione delle lucciole, il sindaco ha deciso di impedire l’uso di fonti luminose artificiali, come le torce dei telefonini. Per lasciare in pace le lucciole durante la fase più delicata della loro breve vita.
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