All’inizio non volevo crederci. E così ho deciso di fare un sopralluogo, e ho scoperto che, come denunciano diversi giornali e il circolo “Sherwood” di Legambiente Lazio, a Roma si moltiplicano le discariche a cielo aperto, in pieno centro. Dove i cittadini buttano, come se fossero dei rifiuti da infilare nel cestino della spazzatura, frigoriferi, televisori, pc, lavatrici, elettrodomestici. Tutti rifiuti che dovrebbero seguire un altro percorso, compreso il possibile riciclo. Nella zona del Lungotevere Dante, per esempio, fa impressione la striscia di 600 metri lineari coperti, abusivamente, dall’ammasso di elettrodomestici fuori uso. Qui il sindaco Francesco Rutelli voleva fare un mega parcheggio lungo il fiume, e il suo successore pensava a una spiaggia, con piscina, che riproponesse il fascino della Senna. I progetti sono finiti nel cestino, e il Lungotevere Dante è diventato una gigantesca discarica. Come nell’area di Villa Ada, uno dei parchi più importanti della capitale, dove si contano 13 discariche abusive lungo una superficie di oltre 10mila metri quadrati. Domanda: è normale vivere in una città di questo genere? Ed è possibile che nessuno se ne accorga?
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