Parte la pedonalizzazione, ancora parziale, dei Fori Imperiali a Roma e la notizia rimbalza sulla stampa internazionale, finendo anche sulla prima pagina del New York Times. Dico subito che sono favorevole a questa scelta, coerente con quanto sta avvenendo in tutte le grandi metropoli del mondo dove di disincentiva l’uso dell’automobile nel centro urbano e si aumenta l’offerta dei mezzi pubblici.
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Il sindaco Ignazio Marino, che intende ridurre il traffico di auto del 20 per cento entro 2 anni, punta molto su questa scommessa che darà una cifra complessiva al suo mandato: vada avanti, e non si preoccupi troppo delle proteste di commercianti e residenti. Sono reazioni normali, che il sindaco di New York, Micheal Bloomberg, conosce molto bene: quando decise di pedonalizzare alcuni quartieri della città si scontrò proprio con le proteste di commercianti e residenti. Andò avanti, e successivamente le proteste finirono e furono proprio i commercianti e i residenti degli altri quartieri della metropoli americana a chiedere, a loro volta, la pedonalizzazione dell’area.
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In punto è un altro: se Marino non vuole ridurre questa operazione a pura e inefficace propaganda, come purtroppo sta avvenendo a Napoli con la pedonalizzazione di Via Caracciolo, deve assolutamente aumentare l’offerta dei mezzi pubblici. I cittadini hanno diritto alle alternative rispetto all’auto, altrimenti a New York la pedonalizzazione di interi quartieri non sarebbe mai diventata così popolare.
E qui le cose si complicano. In realtà l’offerta di trasporti pubblici a Roma negli ultimi anni è crollata del 5 per cento, le aziende comunali sono state gestiste con molti sprechi e clientele, e versano in pessime condizioni. In particolare non funziona il trasporto pubblico, autobus e metropolitane, dalla periferia al centro e viceversa. E intanto si stanno bloccando i lavori della linea C della metropolitana, che interessa proprio la zona dei Fori Imperiali, a causa di un mancato pagamento di 230 milioni di euro da parte del Campidoglio e di Roma Metropolitane. Un segnale pessimo. Per essere coerente, Marino non deve cadere nella trappola dei due tempi: prima la pedonalizzazione e poi i trasporti pubblici. Sono interventi contestuali, altrimenti la sua scelta diventerà un tragico bluff.
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