Una sentenza clamorosa, che potrebbe aprire le porte a una valanga di ricorsi e di rimborsi. Gli abitanti del quartiere Settebagni, considerato una circoscrizione di Roma (Municipio Roma III), sulla Salaria, dopo alcuni anni di battagli a colpi di carta bollata, hanno portato a casa un risultato storico. Riceveranno il rimborso dell’80 per cento della Tari, la tassa sui rifiuti, pagata negli anni 2017 e 2018, per un semplicissimo motivo: il quartiere è troppo sporco.
A ROMA TASSA SUI RIFIUTI RIMBORSATA IN UN QUARTIERE TROPPO SPORCO
La storia di Settebagni parte da lontano. Nel 2017, i cittadini della zona, esasperati dalla sporcizia, creano un’associazione (con il nome simbolico Don Chisciotte) e fanno ricorso alla Corte di Giustizia tributaria per ottenere il rimborso della Tari. Dopo qualche anno, vincono in primo grado e ottengono uno sgravio pari all’80 per cento del tributo. Il ragionamento dei giudici è interessante e crea un precedente importante: l’Ama, la società che cura il servizio di smaltimento e rimozione dei rifiuti a Roma, non è in grado di assicurare un risultato almeno decente, e quindi non è giusto che i residenti debbano pagare per un’attività così inefficiente. Il contrario di quello che avviene a Treviso, città-modello nel nostro Paese, dove a una raccolta differenziata record corrisponde anche la tassa sui rifiuti più bassa d’Italia.
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COMUNE DI ROMA PERDE CAUSA CONTRO I CITTADINI PER LA TARI
Il comune di Roma prova a ricorrere in appello, ma anche nel secondo grado di giudizio i cittadini vedono riconosciute le loro ragioni. E il comune deve rimborsare quasi tutta la Tari versata, rischiando che ci siano altri quartieri a mettersi in movimento per contestare il tributo rispetto ai risultati scarsissimi. Tra l’altro, Settebagni è anche un luogo simbolico delle false promesse dei politici. Qui avevano giurato di far entrare in attività un servizio sperimentale di porta-a-porta, che non si è mai visto. Mentre è ancora pienamente attiva una puzzolente e inquinante discarica che andava chiusa già da qualche anno.
L’immagine di copertina è tratta dalla pagina Facebook dell’associazione Don Chisciotte. Fonte: Roma Today
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