Inquinamento acustico: cause e danni

I rumori eccessivi non rovinano soltanto l'udito e il sonno. Ma colpiscono anche la tiroide e l'intestino. Come difendersi? Innanzitutto con gli alberi

inquinamento acustico

Per inquinamento acustico si intende l’esistenza, all’interno di un ambiente, di una fonte rumorosa talmente intensa da causare, a lungo andare, dei disturbi o dei veri e propri danni al sistema psicofisico delle persone.

Si pensi, ad esempio, ad un’abitazione che affaccia su di una strada in cui sfrecciano le automobili oppure posta sopra un locale notturno. E poi ancora clacson e motori rombanti delle auto, i rumori dovuti ai lavori stradali o alle industrie pesanti.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), l’inquinamento acustico è uno dei problemi a più alto impatto ambientale dopo l’inquinamento atmosferico.

INQUINAMENTO ACUSTICO

L’inquinamento acustico può avere molte cause, non solo ambientali, ma anche legate ai nostri stili di vita ed in particolare a qualche cattiva abitudine.
Sul primo punto basta pensare che il rumore di una strada trafficata (non paralizzata dalle auto, come spesso avviene nelle metropoli) produce un rumore pari a 80-100 decibel. L’equivalente di un martello pneumatico per il quale siamo pronti a scatenare una lite condominiale.
Tra i danni dell’inquinamento acustico ambientale c’è l’invecchiamento precoce e, per  gli anziani, la crescente fatica a decifrare parole e suoni, distinguendole in modo corretto. Il caso di scuola dell’inquinamento acustico legato agli stili di vita è quello che nasce dal modo dissennato con il quale ascoltiamo la musica. 
Facilmente si superano gli 80-100 decibel (un aereo al decollo fa un rumore di 120 decibel) e in questo modo si scivola nella zona grigia dello stress uditivo. Con la conseguenza di ridurre le nostre capacità uditive, anche all’età di vent’anni. Cosa, purtroppo, sempre più frequente. secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS, oltre un miliardo di persone rischiano di perdere l’udito per l’abitudine di ascoltare la musica a volume troppo alto.

CHE COS’È L’INQUINAMENTO ACUSTICO

Chi è costretto a subire continuamente la persistenza del frastuono, deve fare i conti con tutta una serie di patologie e danni fisici che ne minano la salute.

La genesi dell’inquinamento acustico, pericoloso anche per gli animali, ha quattro fonti particolari:

  • il traffico dei veicoli, dei treni e degli aerei
  • le attività industriali
  • i fenomeni meteorologici
  • la vita domestica.

Nella prima categoria rientrano, per esempio, i rumori eccessivi di clacson, pneumatici e motori. Rumori talvolta davvero molto molesti e inutili, come per esempio lo spreco della bussata di un clacson se l’automobilista davanti a noi non scatta appena arriva il semaforo verde.

L’inquinamento da traffico ferroviario è limitato alle zone che sono in prossimità di stazioni di partenza, arrivo e transito dei treni, oppure laddove c’è un’abbondante circolazione di treni.

Stesso discorso per il traffico aereo: le vittime di questo tipo di inquinamento sono le persone che vivono in prossimità di aree dove gli aerei atterrano e decollano.

Nel caso di attività industriali, e anche artigianali e commerciali, tutto dipende dalla tipologia della produzione: alcune fabbriche sono molto rumorose, anche se ormai esistono modi per attutire in modo sostanziale questa forma di inquinamento.

Per quanto riguarda i fenomeni meteo, basta pensare al micidiale rumore dei tuoni, mentre in casa creano fenomeni di inquinamento acustico apparecchi come televisori e radio, tenuti a volumi alti, oppure elettrodomestici, dall’aspirapolvere alla lavatrice, particolarmente rumorosi.

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VITTIME DELL’INQUINAMENTO ACUSTICO

L’Agenzia europea dell’Ambiente (EEA) ha calcolato che l’esposizione a lungo termine all’inquinamento acustico sia la causa in Europa di 12 mila morti all’anno e di 48 mila cardiopatie ischemiche.
Ancora: nel Vecchio continente 22 milioni di persone soffrono di fastidi cronici legati all’inquinamento acustico e 6,5 milioni di persone hanno disturbi del sonno legati agli eccessivi rumori.
Anche i bambini sono colpiti duramente in Europa dall’inquinamento acustico: secondo i calcoli dell’EEA  12 mila e 500 all’anno vedrebbero compromesse le loro facoltà cognitive per l’eccesso di rumori assorbiti.

IL MAL DI RUMORE

L’inquinamento acustico fa davvero male e secondo un’indagine condotta da Eurisko, intervistando 8.800 persone in 47 città di 11 paesi, il “mal di rumore” è sempre più diffuso.

In Italia, per esempio, il 29 per cento degli abitanti è esposto a livelli elevati di frastuono, e tra questi l’83 per cento soffre proprio per l’intenso rumore del traffico urbano.

QUANDO UN RUMORE DIVENTA INQUINAMENTO ACUSTICO?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito i paletti con i quali si misura la differenza in base alla quale un rumore diventa inquinamento acustico.
In pratica le soglie sono due (calcolate in base ai decibel, l’unità di misura per calcolare il rumore):
  • 65 decibel durante il giorno
  • 55 decibel per la notte

C’è poi l’aspetto legale dei rumori e dell’inquinamento acustico, importante specie per le convivenze condominiali.

In questo caso la legge italiana fissa dei limiti consentiti, entro i quali il rumore viene considerato “trascurabile” e dunque non illegale.  Di giorno, sotto i 5 decibel tra le 6 del mattino e le 22 della sera; di notte, sotto i 3 decibel.

SINTOMI E PATOLOGIE INQUINAMENTO ASCUSTICO

Tra questi riconosciamo i danni uditivi ed extra uditivi, sicuramente rilevanti. I primi si distinguono in danno acuto, successivo ad un rumore intenso ma breve, e quello cronico, relativo invece ad un’esposizione prolungata.

L’udito diminuisce in entrambi i casi generando una ipoacusia neurosensoriale che è irreversibile e può anche causare vertigini, ronzii, insensibilità.

I danni extra uditivi sono quelli che si generano nel nostro organismo, a prescindere dall’apparato uditivo. Tra questi elenchiamo i disturbi gastrointestinali, l’aumento della pressione arteriosa, le alterazioni del sistema nervoso, della tiroide, del surrene, del sistema immunitario.

Il rumore è fonte di enorme stress e quest’ultimo si riversa su tutti i nostri organi, minandone la funzionalità. Chi subisce dei rumori continui, rileva disturbi del sonno e dell’attività intellettuale i quali rendono difficile studiare e lavorare.

COME CI SI DIFENDE DALL’INQUINAMENTO ACUSTICO

Difendersi dall’inquinamento acustico non è impossibile. Anche dal Parlamento Europeo giungono delle proposte affinché possano diminuire, ad esempio, i rumori prodotti dalle automobili, introducendo limiti più bassi di emissioni sonore in decibel oltre che nuove etichette informative che avvertano sul tipo di rumore prodotto da ogni modello di autovettura in commercio.

Anche in casa e negli ambienti di lavoro ci si può difendere dall’inquinamento acustico, dotando questi luoghi di pannelli fonoassorbenti, cioè pannelli realizzati con schiume particolari che assorbono e dunque attutiscono il rumore. I doppi vetri sono un’alternativa per assolvere a questa funzione e sono sempre consigliati. Oltre che nelle proprie abitazioni, l’inquinamento acustico si combatte anche fuori, in città, con alcuni accorgimenti indispensabili.

L’asfalto fonoassorbente è uno di questi, certamente costoso e bisognoso di enorme manutenzione, ma capace di assorbire le onde sonore prodotte dalla compressione dall’aria sotto la scocca del veicolo e tra ruota e manto stradale.

ALBERI E INQUINAMENTO ACUSTICO

Anche gli alberi e le piante poste ai bordi delle strade si rivelano delle ottime barriere contro il rumore. Inoltre, la barriera di piante, alta non meno di 15 metri, riduce anche l’inquinamento atmosferico, perché abbatte le polveri sottili e di conseguenza purifica l’aria.

Il problema dovrà essere valutato e risolto a livello europeo, ma anche i cittadini e i comuni possono iniziare a fare la loro parte: i primi, acquistando sempre di più automobili ibride ed elettriche, i secondi, prevedendo asfalto fonoassorbente, barriere di piante e tutti gli accorgimenti che possano rendersi utili allo scopo.

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MUSICA E INQUINAMENTO ACUSTICO

I giovani sono molto esposti ai rischi dell’inquinamento acustico che deriva dall’ascolto della musica a volume eccessivo. I rimedi naturali a questo pericolo, sono essenzialmente due, entrambi molto semplici.
  • Prima di tutto, si tratta di seguire la regola del 60-60. E cioè: ascoltare la musica a un volume non superiore al 60 del massimo volume e per non più di 60 minuti di seguito.
  • Poi c’è un rimedio preventivo: l’uso delle cuffie esterne. Sono preferibili agli auricolari, in quanto il suono che proviene dalla cuffia è più dolce e più morbido e dunque meno traumatico per la membrana del timpano.

INQUINAMENTO ACUSTICO SOTT’ACQUA

Sott’acqua, l’inquinamento acustico può essere così forte da impedire la comunicazione tra i pesci. ciò avviene ad esempio per specie molto diffuse nel Mediterraneo, come la corvina e la castagnola. A dimostrarlo è uno studio condotto, nell’ambito del progetto Sordo come un pesce, dai ricercatori delle Università di Trieste e Vienna, in collaborazione con la Riserva marina WWF di Miramare.

“Abbiamo scoperto che il rumore prodotto da una normale imbarcazione da diporto può rendere sordi i pesci – spiega la biologa Marta Picciulin – . Questo fenomeno può compromettere la fecondazione delle uova, dunque la stessa sopravvivenza delle specie che attirano i partner emettendo suoni”.

A dispetto del famoso detto, tra l’altro, non è vero che i pesci sono muti. Anzi, oggi si conoscono oltre cento specie ittiche “chiacchierone”, che si scambiano informazioni su predatori e prede, si orientano e inviano i loro messaggi d’amore.

Il mare non è dunque il mondo silenzioso che pensiamo. Al contrario, in acqua il suono viaggia cinque volte più rapidamente che nell’aria, con una velocità di circa 1.500 metri al secondo.

E siccome c’è anche una minore dispersione, i suoni raggiungono distanze maggiori. I ricercatori triestini ascoltano da tempo il rumore del mare, usando degli idrofoni, cioè microfoni progettati proprio per funzionare sott’acqua.

Questi “orecchi elettronici” permettono di registrare le onde sonore e di convertirle in informazioni digitali. E in un mondo senza confini, quale lo è il mare, questi strumenti consentono di rilevare i livelli di fracasso differenti da zona a zona. Per fare un esempio, nel corso della ricerca i monitoraggi sulla Baia di Panzano e nella riserva marina della Valle Cavanata hanno verificato che la prima è dieci volte più rumorosa della seconda.

LE CITTÀ PIÙ RUMOROSE D’ITALIA

Quali sono le città più rumorose d’Italia?
  • Il primato di questa poco onorevole classifica spetta a Milano, cosa che non sorprende visto che nel capoluogo lombardo si concentrano tutte le quattro cause alla base dell’inquinamento acustico. In alcune zone di Milano, come i Navigli, si arriva a rumori quotidiani fino anche oltre i 75 decibel.
  • Sorprendono invece le città che completano il podio di questa classifica: Lecce (secondo posto) e Verona (terzo posto). Sono cittadine più piccole, a misura d’uomo, rispetto alle metropoli, e dunque dovrebbe essere più facile ridurre i rumori e rischi dell’inquinamento acustico. Ma purtroppo non è così.

PROBLEMI RUMORI AMBIENTALI IN EUROPA

La causa principale del rumore è il traffico stradale. Il problema è che lo diventerà sempre di più sia nelle aree urbane che in quelle rurali del Continente.

Subito dopo quello veicolare, c’è quello ferroviario, aeronautico e industriale. Il rumore ferroviario ha colpito circa 22 milioni di persone. Mentre 4 milioni di persone sono state esposte a livelli elevati di rumore degli aerei.

Per contrastare questo preoccupante fenomeno, l’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) crede sia necessario mettere mano su vecchie strade, una migliore gestione dei flussi di traffico e la riduzione dei limiti di velocità a 30 chilometri all’ora. Misure che vanno accompagnate da una promozione della mobilità sostenibile e green, che è anche meno rumorosa. Quindi via libera ad aree pedonali, uso della bicicletta e incentivi per i veicoli elettrici.

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