RUOLO DELLE BADANTI ITALIA –
È la grande slavina di una società dove la vita si è allungata trascinandosi, però, anche un aumento esponenziale delle vecchiaie difficili. In Italia circa 800mila persone sono colpite dall’Alzheimer e di queste quasi il 90 per cento è curato in casa, in famiglia. Potrebbero raddoppiare nel giro di qualche decennio, e per i neuroni che muoiono non esistono ancora vere ed efficaci terapie, ma solo farmaci palliativi che possono, in alcuni casi, rallentare l’evoluzione della malattia, destinata a prolungarsi dai tre ai vent’anni. L’anziano colpito da una malattia neurodegenerativa ha bisogno di tutto. Deve essere assistito, 24 ore su 24, non può essere lasciato solo, e qualcuno deve imboccarlo al momento dei pasti e aiutarlo per andare in bagno. Nei suoi occhi, talvolta persi nel vuoto, c’è sempre il lampo di una ricerca di compagnia, di legami che nella concretezza della vita quotidiana si stanno spegnendo. Così, in molte famiglie italiane sono diventate centrali, essenziali, le badanti: ne abbiamo 1 milione e 655mila e sono cresciute del 53 per cento negli ultimi dieci anni. Chi sono? In prevalenza donne (82,4 per cento), straniere (77,3 per cento), di età compresa tra i 36 e i 50 anni (56,8 per cento).
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LA BADANTE, IL ROMANZO DI MATTEO COLLURA –
E proprio una collaboratrice familiare è la protagonista di un romanzo di Matteo Collura (La badante. Edizioni Longanesi) che apre lo squarcio, con una sequenza di colpi di scena, sul microcosmo di una famiglia investita dalla slavina di una vecchiaia difficile. Il professore Italo Gorini, uomo colto, ironico, di un’intelligenza fulminante, vive su una sedia a rotelle, gira per casa, qualche volta esce, e si è costruito un suo universo fatto di osservazione e di ricordi. Vedovo, il professore è assistito, quasi avvolto, dall’affetto della sorella Maddalena, della cognata Giorgina e del figlio Desiderio. Eccolo il microcosmo di Gorini: il calore di una famiglia che prova a riscaldare il gelo di una vita avanzata e buia, senza una prospettiva, un sogno, e con la consapevolezza che la mancanza di autosufficienza è una sconfitta del corpo umano che può protrarsi a lungo. Molto a lungo. Ma al centro del piccolo mondo del professore non ci sono i parenti stretti, quanto lei, la bella e diligente badante Paula Grigorescu. L’apparenza di una casualità, che poi non è tale, lega il passato del vecchio anziano e malato e della sua giovane collaboratrice: entrambi hanno vissuto in Libia, prima di fuggire dopo l’arrivo del colonnello Gheddafi che di fatto cacciò dal paese gli stranieri, a partire dagli italiani.
Nel buio della vita del professore che si spegne a un tratto si accende una luce, un lampo. Riaffiora, con una singolare intensità per un uomo costretto a muoversi sulla sedia a rotelle, il desiderio, e perfino il piacere sessuale. Gorini vuole possedere Paula e, dopo qualche incertezza, inizia a corteggiarla fino ad avanzare oscene proposte. Tutte respinte al mittente, con grazia e quasi con commiserazione dalla badante che non cede minimamente alle pressioni del suo datore di lavoro e si barrica dietro la presenza di un fantomatico fidanzato. La storia prende i binari quasi di una misera ovvietà, con i familiari di Italo Gorini a fare da contorno alla sua decadenza e alla sua ultima sconfitta, fino a quando non avvengono due colpi di scena. Il primo è il tentativo, subdolo, del professore di trasferire sul figlio le sue voglie di possesso della badante. Così Desiderio è invitato, con autorità paterna, a sedurre Paula, come se in questo modo Italo potesse prendere la rivincita dopo il rifiuto della donna. Ma è un’altra sconfitta, ancora più bruciante, perché questa volta è il figlio a ribellarsi, offeso e indignato, ai torbidi disegni del padre. Il secondo colpo di scena, ancora più drammatico, matura quando il professore, furibondo per la sequenza di battaglie perse, decide di licenziare Paula, e al momento di comunicarlo viene a sapere che lei in realtà è sua figlia. Il frutto di una notte di sesso, a Tripoli, con una donna della quale non ha mai saputo più nulla. Da quel momento il vecchio malato torna a indossare i panni della sua età e del suo dolore, con una gioia misteriosa, un nuovo autentico amore, che deriva dalla scoperta di avere una seconda figlia. Nasce così una nuova famiglia, con due fratelli, che accompagnerà fino al finale della storia (questo lo lasciamo ai lettori) di Italo Gorini.
LA FIGURA DELLE BADANTI NELLE FAMIGLIE ITALIANE –
Tornando alle badanti nell’Italia di oggi, al loro ruolo insostituibile, e alla prevedibile progressione (il numero delle collaboratrici familiari salirà, entro il 2030, a oltre 2 milioni e 100mila), c’è solo da aggiungere che ormai queste figure non sono più da considerare soltanto per gli aspetti professionali, per il servizio di cura e assistenza che offrono di fronte a uno Stato del tutto assente nella protezione degli anziani non autosufficienti. No, le badanti sono ormai parti integranti delle nostre famiglie. Come a casa di Italo Gorini.
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