SALASSI AI DANNI DEI TURISTI STRANIERI IN ITALIA
Ma si può pagare un gelato 25 euro? Contiene un gusto particolare intitolato all’oro o all’argento? Ha qualche miracoloso elisir? Sembrano domande oziose, ma nel cuore dell’Italia bagnata dall’onda lunga del turismo, rappresentano una cosa che può accadere. Come se fosse del tutto normale. E invece è solo uno spreco intollerabile e un abuso ai danni di qualche povero malcapitato.
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IL CASO DELLA GELATERIA CORONAS DI FIRENZE
Siamo a Firenze, città invasa quotidianamente dai turisti, e in una famosa gelateria del centro, la Coronas, si sfornano gelati come noccioline, a prezzi variabili secondo il listino e, probabilmente, sulla base della faccia del cliente. Arriva un turista orientale, un cinese dell’isola di Taiwan, chiede un cono, magari senza specificare troppo, lo pappa, e poi gli viene servito il conto. Venticinque euro. Pronto cassa, e senza alcuna spiegazione plausibile.
Il turista sarà pure un ricco cinese poco attento al denaro avendone le tasche piene, ma non ha alcuna intenzione di farsi prendere per il naso da qualche furbetto da gelateria. Si rivolge così alla polizia comunale, chiede aiuto e spiegazioni, e dalla sua denuncia scatta una mini-indagine in tempo reale. Si scoprono tre cose. Primo: effettivamente il povero turista ha pagato 25 euro per un banalissimo gelato. Secondo: esiste un listino prezzi alla gelateria Coronas, ma è scrupolosamente nascosto, in modo che non si possa leggere. Terzo: la scusa “dell’alta qualità del gelato”, per giustificare il prezzo esorbitante, è semplicemente ridicola. Da qui la decisione di multare l’esercente fiorentino di 2mila euro: diciamo che gli è andata bene, in quanto poteva anche scattare la chiusura del locale per un lungo periodo e i danni sarebbero stati maggiori.
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PREZZI ESAGERATI PER CAFFÈ E GELATI IN ITALIA
Una storia vera, dunque, che raccontiamo accanto ad altre tante storie simili registrate nell’Italia della bolla turistica e dei polli da spennare. I conti astronomici ai tavoli dei bar e presso alcuni ristoranti di Venezia. Il salasso ai danni dello straniero da parte di qualche tassista romano particolarmente mascalzone. La sicurezza che hanno alcuni gestori di bar, ristoranti e alberghi, in località di grande fama, come Capri e Cortina, solo per fare degli esempi, di potere spremere chiunque come se i clienti fossero limoni e non uomini e donne in carne e ossa. Per non parlare del vizietto, anche questo lo abbiamo denunciato su Non sprecare, di comprendere nel prezzo del cibo tanto a chilo anche la confezione, il contenitore di ciò che si acquista. Poco più o poco meno di una truffa. Ho visto perfino un importante negozio di gastronomia a Milano che, al momento di calcolare il peso, e quindi il prezzo, di un prodotto da mangiare sul momento, pensa bene di farti pagare anche il piatto dove viene servito.
Sono fatti noti e frequenti, purtroppo, e la lista potrebbe essere interminabile oltre che scoraggiante. Ma comunque è sempre bene denunciarli e raccontarli. Anche per un motivo, che ci viene ricordato proprio dalla reazione del turista cinese stangato dai furbi a Firenze, solo per un gelato: dobbiamo reagire. Non possiamo sempre ingoiare e fare finta di nulla. Oppure girare le spalle e dire, indignati: «Io qui non ci metto più piede…».
L’abitudine a incassare in silenzio, senza protestare, senza rivolgersi a chi può dare una lezione ai furbi, è molto italiana. Un consumatore tedesco, francese o inglese, se provi a fregarlo, ti fa correre per strada dalla paura per le conseguenze della sua protesta. E al momento del conto il turista straniero di un certo tipo, abituato a essere trattato con onestà, non ci pensa proprio a subire angherie di qualsiasi genere. Ecco, se iniziamo tutti, ma proprio tutti, con fermezza, e senza fare sceneggiate o urla inutili, a reagire agli attacchi dei furbi in servizio permanente effettivo, allora vedrete che questa percentuale di imbroglioni andrà a diminuire. E noi sprecheremo meno soldi.
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