Il sale è come il diavolo, si nasconde talvolta nei dettagli della tavola. Assumiamo un cibo, convinti che non abbia molto sale, e invece stiamo dando un duro colpo a una corretta tabella di marcia nutrizionale. Dove con il sale non bisogna mai esagerare. La colpa è soprattutto di un’alimentazione spesso sbagliata, fatta di prodotti confezionati resi più appetibili perché addizionati con sale. Succede così che, con il trascorrere del tempo, il gusto si abitua e anche quando cuciniamo tendiamo a salare di più perché ogni cosa ci sembra sempre insipida. La quantità di sale che consumiamo ogni giorno non è infatti solo quella che versiamo sui nostri piatti, ma a questa sia aggiunge quella ben nascosta all’interno degli alimenti acquistati.
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Gli alimenti da evitare
Per evitare questo rischio, ecco 10 piatti, tra i più usati nelle nostre tavole, che nascondono importanti quantità di sale.
- Il pane. E’ il caso più classico di quanto abbiamo detto: chi può immaginare che il pane sia un cibo a rischio sale? Eppure, in media, un pezzo di pane possiede 235 milligrammi di sodio, pari al 15 per cento della quantità di sale che dobbiamo ingerire nel corso della giornata. Questi valori aumentano, e di molto, con i grissini e i cracker. Mentre crollano con alcuni tipi di pane, come il toscano e l’azzimo.
- La pizza. E’ il piatto italiano più famoso nel mondo e il più comunemente mangiato a qualsiasi ora della giornata. Tra il sale dell’impasto e quello della mozzarella utilizzati per farcirla, una fetta di pizza può contenere fino a 760 mg di sale, ma anche tanti grassi e calorie.
- Gli affettati. Tutti i tipi di carne lavorata e, in particolare gli insaccati, sono conditi con molto sale, un elemento prezioso per la conservazione dei cibi. Il sodio in questi alimenti (prosciutto crudo, cotto, mortadella, salame) serve da conservante e può arrivare anche a 1050 mg a porzione.
- La carne alla griglia. Spesso per condirla viene utilizzata una quantità eccessiva di sale che fa decisamente male alla salute. Inoltre la carne cotta in questo modo può sviluppare alcune sostanze ritenute cancerogene, collegate ai tumori al seno, dello stomaco, della prostata e del colon.
- Il pollo arrosto. Confezionato o surgelato il pollo, come tutti i secondi piatti già pronti a base di pollame, viene insaporito con sale e spezie e può arrivare a contenere fino a 600 mg di sodio.
- Le patate fritte. Sono un alimento molto amato e diffuso nella dieta occidentale. Ma spesso le patatine vengono fritte in oli ricchi di grassi saturi che possono aumentare il rischio cardiometabolico. Inoltre la presenza di grandi quantità di sale favorisce l’ipertensione.
- Le zuppe pronte. Tutti i prodotti in scatola, come i minestroni già pronti o i secondi piatti già cucinati e surgelati, sono pieni di sale. Se abbinati alla verdura possono contenere fino a 940 mg di sodio. Fate attenzione all’etichetta per verificare la quantità di sodio contenuta nel prodotto.
- I sandwich . Se aggiungiamo al pane (già salato di per sé), usato per confezionarli, la carne lavorata, gli affettati e i vari tipi di salse, il sandwich può arrivare fino a 1500 mg di sodio, quanto l’intero fabbisogno giornaliero.
- I formaggi. Sono alimenti ricchi di sodio e anche più dannosi delle patatine fritte. Solo un etto di Parmigiano contiene 1,6 g di sale, mentre si sale a 3,11 g per 100g di Sottiletta.
- Il salmone affumicato. Se si consuma frequentemente, è consigliabile bilanciare l’apporto di sodio includendo molta frutta e verdura nella dieta quotidiana. Secondo alcuni studi, mangiare cibi affumicati come carne, pesce o insaccati espone il proprio organismo addirittura ad attività cancerogene.
Danni alla salute
Il consumo eccessivo di sale è una delle cause del cancro allo stomaco e dell’osteoporosi, ma anche di malattie cardiache e cerebrali. Assumere troppo sale (più di 4-5 grammi al giorno) fa male allo stomaco, aumenta la quantità di calcio nei reni e il rischio di ipertensione arteriosa. Inoltre favorisce la ritenzione idrica e la formazione di edemi. Il sale stuzzica anche l’appetito: più un cibo è salato, più si ha voglia di continuare a mangiarlo. Il sale, quindi può essere considerato il responsabile indiretto dell’aumento di peso. Occorre quindi intervenire subito per evitare danni importanti alla nostra salute: come confermano molti studi, gli organi maggiormente colpiti da un consumo eccessivo di sale sono il cuore, il cervello e i reni. Tra le conseguenze, a breve termine possono verificarsi picchi di ipertensione e problemi renali, a lungo termine ingrossamento del cuore, arteriosclerosi diffusa e danni gravi ai distretti cerebrali.
Come ridurre il consumo di sale
Ma in che modo possiamo ridurre le quantità di sale introdotte volontariamente o meno nella nostra alimentazione quotidiana?
- Per cominciare, cerchiamo di ridurre il consumo di alimenti preconfezionati e di mangiare molta verdura.
- Se possibile, laviamo i cibi in scatola prima di mangiarli e sostituiamo il sale da tavola con le spezie per aromatizzare i piatti.
- Iniziamo inoltre a fare attenzione alle etichette e, se soffriamo di particolari patologie, prima di procedere con l’acquisto, leggiamo bene qual è il contenuto di sodio dell’alimento.
- Evitiamo di portare in tavola anche la saliera e sostituiamola con l’aceto e il succo di limone.
- Utilizziamo, infine, erbe, spezie, aglio e limone al posto del sale per aggiungere sapore ai nostri piatti.
Abituarsi alla riduzione del sale negli alimenti è possibile, basta farlo in maniera graduale e a poco a poco non sembrerà più un sacrificio. Questo non significa che bisogna eliminare totalmente il sale dalla nostra dieta: basta solo limitarne le quantità assunte quotidianamente.
Verdure e ortaggi con molto sale
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