Frutta e verdura con più pesticidi

In testa ci sono fragole e spinaci. Ma anche le mele e i peperoni sono tra i primi 12 prodotti potenzialmente inquinati

frutta e verdura con più pesticidi

La fonte è molto autorevole, e va presa seriamente in considerazione: il report della Ong americana Environmental Working Group, Dirty Dozen (la sporca dozzina) e del suo opposto il Clean Fifteen (i 15 più puliti). I dati, e la relativa classifica di frutta e verdura con più pesticidi, si basano sui risultati del programma di analisi del Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti, Il Pesticide Data Program (PDP), con il quale vengono monitorati i residui dei pesticidi contenuti nei prodotti che poi arrivano sulla tavole dei consumatori.

La classifica dei prodotti con più pesticidi

Questa è la classifica dei 12 prodotti, tra frutta e verdura, che sono risultati con la maggiore quantità di pesticidi.

La classifica dei prodotti più puliti

Questa invece è la classifica dei 15 prodotti più puliti, proveniente sempre dalla stessa fonte:

Come eliminare i pesticidi da frutta e verdura

Ma vediamo qualche consiglio utile per acquistare frutta e verdura in piena tranquillità senza rischi per la salute.

  • Variate. Cambiare varietà di verdure e frutta limita l’effetto accumulo.
  • Se possibile, acquistate sempre alimenti provenienti da agricoltura biologica. Per risparmiare sui prezzi, optate per i coltivatori locali o iscrivetevi ai gruppi di acquisto solidali.
  • In alternativa, se avete a disposizione un giardino o un terrazzo, provate a coltivare personalmente frutta e verdura.
  • Lavate sempre con acqua (e se è necessario aggiungete il bicarbonato) la frutta e la verdura prima di consumarla, soprattutto lattuga, pomodori, mele, peperoni, fragole e altre varietà con buccia molto sottile o senza. Tra i cibi meno contaminati vi sono infatti quelli caratterizzati da una buccia più spessa come ad esempio carote e banane.
  • Se non optate per la frutta biologica, sbucciate sempre la frutta quando possibile in quanto, come già detto, i pesticidi si concentrano soprattutto nella buccia esterna.

Dove si usano più pesticidi in Italia

Il record per l’uso di pesticidi in agricoltura in Italia spetta alla provincia di Bolzano: qui se ne spruzzano 45 chili per ettaro. Un livello così alto  di pesticidi è legato al fatto che in Alto Adige ci sono due monoculture dominanti: meleti e vigneti. Soltanto le mele valgono una produzione annua di circa 700 milioni di euro, ma purtroppo non si raccolgono più in terreni incontaminati. Le conseguenze di un uso così pervasivo dei pesticidi in Alto Adige sono micidiali, come dimostrano i campionamenti delle acque con tassi di residui di fitofarmaci superiori alla soglia di tolleranza. E persino i parchi giochi dei bambini altoatesini, che nel 45 per cento dei casi risultano  contaminati dai pesticidi.

Il caso delle mele in Alto-Adige

Nel patrimonio dell’agricoltura italiana ci sono sicuramente, ai primi posti, le mele del Trentino-Alto Adige. Qui se ne producono ogni anno circa un milione di tonnellate, con settemila aziende a conduzione familiare. Da anni, però, il più importante meleto d’Europa è al centro di una feroce polemica per l’uso eccessivo dei pesticidi. Le accuse sono arrivate dall’Istituto dell’Ambiente di Monaco di Baviera, e sono finite anche nelle aule dei tribunali per le querele presentate dai produttori italiani. Le ricerche dell’Istituto di Monaco sono ben gradite ai produttori di mele tedeschi, che vedono così sferrare duri colpi alla concorrenza italiana. Ma i dati pubblicati parlano chiaro: da marzo a settembre, ogni singolo campo del meleto d’Europa sarebbe stato irrorato in media 38 volte con un mix di prodotti contenenti principi attivi “potenzialmente dannosi per la riproduzione” e persino “potenzialmente cancerogeni“. Troppo, anche per un prodotto genuino e autentico che rappresenta un punto di forza dell’agricoltura made in Italy.

Come ridurre l’uso di prodotti inquinanti in agricoltura

La riduzione degli inquinanti agricoli non è semplice, e certamente l’agricoltura industriale non può limitarsi all’uso di pesticidi naturali e fertilizzanti naturali, come possiamo fare noi nei nostri orti e con le nostre piante. Ma c’è un mito da sfatare: ovvero che pesticidi e fertilizzanti siano sempre indispensabili per aumentare la produttività delle piante e del terreno. Non è così. Secondo uno studio pubblicato da Science Advance, dimezzando le emissioni di gas provenienti dagli inquinanti in agricoltura, la produzione aumenterebbe del 15-25 per cento in Cina, del 10 per cento in Europa occidentale e del 6-8 per cento in India. Uno studio che i responsabili delle politiche agricole dovrebbero ben memorizzare nelle loro teste.

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