SARTORIA AFRICAN STYLE
La Sicilia è terra accogliente e materna, tinteggiata dal bianco delle saline e dal nero degli abiti delle donne dei paesini dell’entroterra. Così diverso dai tessuti fantasiosi e coloratissimi delle donne africane, che si trovano al di là della linea del mare, divise dall’isola solo da qualche chilometro di acqua. A volte provano ad attraversarla, arrivando nel nostro paese con la speranza di una vita migliore e i loro abiti variopinti; partono dalla Nigeria, dalla Costa D’Avorio, dal Mali, dal Senegal, e finiscono il loro viaggio sulle strade delle città italiane, prese in ostaggio dai trafficanti di uomini.
La storia di Angela Amos, invece, ha avuto un lieto fine. Nigeriana, da 9 anni in terra siciliana, è riuscita a evitare la strada grazie all’impegno e alla volontà della onlus Pellegrino della Terra, che due anni fa ha aperto le porte della sartoria laboratorio African Style, a Palermo, con l’obiettivo di offrire accoglienza e la possibilità di imparare un mestiere, salvando le migranti da situazioni di disagio, violenza, e estrema marginalità.
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SARTORIA SOLIDALE AFRICAN STYLE PALERMO
Non è un modo di fare della pur utile carità, ma un progetto che guarda lontano, seguendo il detto di insegnare a chi ha fame il modo di procacciarsi cibo anziché fornirglielo e basta, ed è per questo che da due anni i quattro soci della cooperativa (tre migranti e un’italiana) disegnano cartamodelli, tagliano le stoffe provenienti dall’Africa, cuciono e confezionano abiti, sciarpe, borse, bomboniere e biancheria per la casa.
La sartoria African Style nasce con i fondi dell’8 x mille alla chiesa Valdese e dall’idea di Antonino Leone Puntarello e di sua moglie, da oltre venti anni volontari presso il centro diaconale La Noce, afferente alla chiesa valdese di Palermo. Da sempre impegnati in progetti che aiutassero le donne migranti ad uscire dallo sfruttamento o da condizioni di violenza, animati da una grande forza di volontà e dall’attenzione agli ultimi, oggi con African Style hanno dato la chiave di un futuro diverso ai giovani soci: oltre ad Angela, nigeriana, nella famiglia della sartoria ci sono una ghanese, un ragazzo camerunense e una italiana. Il piccolo laboratorio fattura annualmente 25mila euro all’anno, non ancora molti, ma ha progetti ambiziosi per il futuro, tenendo sempre presente la mission: produrre oggetti di valore e qualità, che abbiano mercato, ma senza dimenticare la dimensione etica, antirazzista, di accoglienza e impegno sociale.
I clienti africani non mancano, ma ciò di cui African Style ha bisogno per sopravvivere alla morsa del fisco e degli oneri in denaro che comportano la gestione di un’attività, sono più commesse, soprattutto dai clienti italiani. Per questo hanno deciso di lanciarsi in una nuova filiera produttiva per la creazione di coppole, il tipico cappello siciliano che è ormai diventato quasi uno stereotipo, ma anche di ottenere acquisti e commesse da chi, tra i soci della cooperativa, decide di mettersi in proprio dopo aver appreso come mettere a frutto la propria creatività: è ciò che sta accadendo ad Ester, una delle ragazze socie della cooperativa, che sta aprendo una piccola bottega nel centro di Palermo.Continuerà ad acquistare le bellissime e coloratissime stoffe africane dalla sartoria, e a portare sorrisi e l’African Style tra le strade del capoluogo siciliano.
(Immagine di copertina e a corredo del testo tratte dalla pagina Facebook di Pellegrino della Terra ONLUS)
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