SARTORIA EUGUBINA
Tre anni fa 31 giovani sarte di Gubbio, in Umbria, sono state licenziate dall’azienda tessile Srpa, chiusa per mancanza di nuovi clienti. La perdita del lavoro, però, non le ha scoraggiate e con la voglia di rischiare e di mettersi in gioco hanno dato vita a una realtà dalla quale prendere esempio: la Sartoria Eugubina. Queste donne, infatti, hanno fatto sbocciare una nuova impresa dalle ceneri di un fallimento, diventando dipendenti ma allo stesso tempo proprietarie di quote della nuova azienda.
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SARTORIA GUBBIO
Invece di perdere tempo in inutili proteste, e convinte che il lavoro quando non c’è bisogna saperselo inventare, le 31 sarte di Gubbio hanno rilevato l’azienda sull’orlo del fallimento, ripensato l’intera linea di produzione e acquistato nuovi macchinari. Sono ripartite, evitando così un grande spreco di lavoro e professionalità. E le cose stanno alla grande, con la prospettiva di difendere lo stipendio e anche qualcosa in più se le cose andranno bene. La sartoria diretta da Rudy Severini, infatti, continua a crescere e ha incrementato il numero dei suoi dipendenti che è arrivato a 60 unità riuscendo a prendere ordini anche con aziende molto grandi, leader del settore.
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RINASCERE DOPO IL LICENZIAMENTO
Vi chiederete: chi ha messo i soldi in questa scommessa? L’investimento complessivo è stato di 1 milione di euro, e il 30 per cento dei soldi è arrivato dalle stesse sarte, che hanno investito oltre 3mila euro a testa dai rispettivi ammortizzatori sociali. Il resto è arrivato dalla finanziaria della regione Umbria, che ha partecipato così al capitale di rischio, e da un prestito attraverso il fondo mutui di Sviluppoumbria, la holding che si occupa dello sviluppo economico regionale.
COME REAGIRE ALLA PERDITA DEL LAVORO
Insomma: un intervento su più livelli, tutto pensato e realizzato grazie alla rete del territorio, alla sua forza. Il 12 dicembre, il giorno dell’inaugurazione di Sartoria Eugubina davanti a tanti amministratori locali, si è presentato anche un importante imprenditore: Brunello Cucinelli, uno dei “signori del cachemire” made in Italy, che fin da subito ha deciso di diventare cliente delle 31 sarte di Gubbio.
LE START UP CHE CREANO LAVORO
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