La sartoria sociale Punto e a Capo di Pisa riesce a mettere insieme più cose: lotta agli sprechi, economia circolare e recupero degli scarti, opportunità di lavoro per donne svantaggiate. Il progetto prevede innanzitutto il recupero degli scarti di magazzino di alcune aziende tessili di Prato: da qui arriva, gratuitamente, la materia prima. La manodopera, invece, è formata da donne nigeriane, ucraine e italiane rimaste senza lavoro. Tra i capi nei quali Punto e a Capo è specializzata ci sono stole e scialli che vengono acquistati dall’Opera Pisana, ente religioso, e venduti ai turisti che entrano nei luoghi di culto della cittadina toscana senza un adeguato abbigliamento. L’Opera acquista le stole a 2 euro per sostenere la sartoria, e le rivende a 1,50 euro, come gli scialli usa-e-getta. In questo modo, tra l’altro, si riducono i rifiuti tessili, da sempre molto inquinanti.
Nel catalogo della sartoria sociale Punto e a Capo ci sono anche tovaglie, rivestimenti in tessuto, parei. E una particolare attenzione viene data alle riparazioni, offerte in promozione con uno sconto non inferiore al 10 per cento.
Foto: Pagina Fb di Sartoria Sociale Punto e a Capo
Leggi anche:
- PizzaAut: la pizzeria gestita dai ragazzi autistici
- Luca, con la sindrome di Down, gestisce un bed and breakfast
- Down Cafè: a Istanbul è gestito soltanto da ragazzi diversamente abili
- A La Spezia sono gli autistici a gestire un albergo e il suo ristorante. Producono anche pasta in casa
- Madeline Stuart, la modella con la sindrome di Down che ha conquistato le passerelle. VIDEO
Vuoi conoscere una selezione delle nostre notizie?
- Iscriviti alla nostra Newsletter cliccando qui;
- Siamo anche su Google News, attiva la stella per inserirci tra le fonti preferite;
- Seguici su Facebook, Instagram e Pinterest.