SCACCHI IN CARCERE
Controllare l’impulsività, riflettere sulle conseguenze e raggiungere l’obiettivo rispettando le regole. Gli scacchi sono molto più di un semplice sport: lo sa bene Martha Lorena Fierro Baquero console dell’Ecuador a Genova e medaglia d’oro ai Giochi della Mente di Pechino 2008 proprio in questa disciplina. Una vera e propria campionessa che ha deciso di mettere a disposizione il proprio talento per aiutare chi nella vita qualche scelta l’ha sbagliata. Da qualche tempo, infatti, Baquero si è impegnata ad organizzare corsi di scacchi all’interno del carcere di Genova Pontedecimo, insieme a un gruppo di studenti ecuadoriani che hanno dato la loro disponibilità per entrare nella struttura e insegnare ai detenuti a giocare.
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BENEFICI DEGLI SCACCHI SULL’AUTOCONTROLLO
I corsi sono stati organizzati in collaborazione con le direzioni degli istituti di Genova Marassi e di Genova Pontedecimo, e sono stati destinati ai detenuti delle sezioni maschili e femminile. Un percorso ludico-formativo che si chiuderà con una competizione finale durante la quale i giocatori-detenuti potranno vedersela anche con la campionessa. Il tutto attraverso un percorso che ha come obiettivo quello di far emergere in coloro che stanno scontando una pena la voglia di reinserirsi nel modo migliore nella società. “L’esperienza è stata di grande beneficio – ha dichiarato la console al sito del ministero della Giustizia – sia per il Consolato che per i detenuti che vi hanno preso parte. Essendo denominati “lo sport-scienza”, gli scacchi aiutano a migliorare l’autocontrollo, a pensare sempre quale sia la migliore mossa, quali siano benefici e svantaggi di ogni decisione e ad agire quando abbiamo la sicurezza di avere dei buoni risultati. Questo calcolo della miglior decisione, lo possiamo replicare anche nella nostra vita quotidiana”.
CORSI DI SCACCHI PER DETENUTI
“Il rispetto delle norme negli scacchi – ha continuato il Console – è fondamentale, tant’è che la prima regola nello scacchi è stringersi la mano sia all’inizio che alla fine della partita, quindi, il rispetto, il pensare, la strategia, analizzare, cercare obbiettivi, sono valori che si possono rafforzare con gli scacchi e che crediamo siano stati rafforzati nelle persone detenute attraverso questo corso”. Per riuscire in questo obiettivo sono stati ‘ingaggiati’ anche 12 giovani insegnanti, riconosciuti dalla Fide, la Federazione internazionali di scacchi, che oltre a continuare i loro studi universitari di scacchi si sono prestati a questo progetto sociale di integrazione e reinserimento. Così con un gioco che richiede poco spazio e solo un po’ di tempo libero hanno provato a fare scacco matto alla solitudine della prigione e ad aprire una porta su un futuro migliore.
La foto di copertina è tratta dal sito Genova24.it
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