Scaffali in affitto: così in Giappone una libreria sfida la crisi del libro

Nel quartiere Jimbocho di Tokyo è nata la libreria condivisa Honmaru. Chi vuole vendere libri, può prendere alcuni scaffali in affitto

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Un’idea così semplice quanto azzardata non poteva che arrivare da una persona che ama i libri, e ha molto interesse a venderli. Come, per esempio, uno scrittore. Shogo Imamura, uno romanziere  giapponese molto noto al grande pubblico per  i suoi libri a sfondo storico, ha fondato una libreria nel quartiere Jimbocho di Tokyo con una formula molto innovativa. Si tratta di un punto vendita a 360 gradi, che funziona secondo le regole della condivisione. Chiunque sia interessato alla vendita dei suoi libri, e quindi non soltanto i librai professionisti, può affittare alcuni scaffali della libreria condivisa e fare le sue proposte ai possibili acquirenti.

La formula presenta diversi vantaggi sia per i venditori sia per i compratori. Affittando gli scaffali a più persone, i costi di gestione della libreria si restringono, e l’offerta dei testi si allarga: nella libreria Honmaru si trovano, per esempio, scaffali interamente dedicati ai gialli, e persino a testi che si occupano delle saune. In secondo luogo, la formula può aiutare ad avvicinare alla libreria un nuovo pubblico, anche giovanile, se non altro attirato dall’originalità della proposta e dalla varietà dei testi in vendita. Un modo per provare a reagire di fronte alla crisi delle librerie che sta colpendo anche il Giappone, un Paese popolato da milioni di lettori “forti”. Nel 2024, stando agli ultimi rilevamenti dell’Associazione nazionale dei librai giapponesi, nel paese vi erano 10.918 librerie, circa 4.700 in meno rispetto a dieci anni prima. E in quasi il 30 per cento dei comuni giapponesi ormai non c’è più neanche una libreria. Più che in Giappone, con questi dati, sembra di stare in Italia.

Credit foto Yasuhiro Takagi, Kashiwasato.com.

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