SCHIAFFI AI FIGLI
Niente schiaffi, siamo europei. Non è una battuta, ma la logica conclusione di una presa di posizione del Consiglio d’Europa che ha condannato la Francia perché non vieta in modo esplicito le punizioni corporali ai bambini (tranne che a scuola), considerandole una forma di inutile violenza. Così il tema dei metodi educativi, a partire dall’uso delle mani, torna di attualità, con la maggioranza degli esperti che considera le maniere forti, da parte dei genitori, un errore. Per il semplice fatto che contribuiscono ad aumentare l’aggressività e quindi la cattiva educazione dei figli.
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GLI SCHIAFFI SONO EDUCATIVI?
Il tema è noto. E da sempre le comunità dei genitori si dividono, grosso modo, in due schieramenti. Da una parte padri e madri convinti del fatto che un «sano ceffone» ogni tanto sia necessario, perfino indispensabile, per evitare di crescere figli bamboccioni o eterni indisciplinati; dall’altro versante i genitori che invece pensano sia giusto tenere sempre a freno le mani. E centinaia di manuali di pedagogia educativi invitano ad abbandonare la violenza, compresi schiaffi e sculacciate, in quanto forma sbagliata e controproducente di educazione. Fino al 2012, invece, il 25 per cento dei genitori italiani parlava di «schiaffi educativi», mentre adesso questa tendenza si sta ridimensionando. In famiglia ognuno ha il suo metodo. Quello che conta è il filo del dialogo con i figli, da non spezzare mai anche nei momenti più difficili. E conta tenere presente che perdere il controllo, cedendo all’attimo della rabbia con uno schiaffo, in realtà è un segno di debolezza e di impotenza. Dunque, una sconfitta per il genitore.
COSA DICE LA LEGGE ITALIANA
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