Crisi dell’artigianato: i mestieri che stanno scomparendo

Scomparse, in pochi anni, migliaia di attività. E nei centri storici non si vedono più tappezzieri, vetrai, corniciai, calzolai. Ma solo pizzicagnoli

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La crisi dell’artigianato non significa soltanto la chiusura di tante piccole aziende, anche con un solo titolare e un aiutante, ma la scomparsa e lo spreco di interi mestieri che hanno dato identità ai luoghi della Bella Italia e al nostro territorio. Negli ultimi dieci anni si sono perse migliaia di imprese e posti di lavoro, in tutte le regioni, e sono diventati sempre più rari i laboratori dei tappezzieri, dei corniciai, dei vetrai.

CRISI ARTIGIANATO

La mancanza di ricambio generazionale è uno dei punti fondamentali della crisi dell’artigianato. Specie per alcune figure. Dall‘impagliatore al barbiere, dal sarto al corniciaio: non ci sono più eredi di queste antiche tradizioni. Che in parte sono assorbite da nuovi lavori, più semplici e redditizi che spaziano dalla solita ristorazione ai tatuaggi, dai centri benessere ai locali degli estetisti.

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SCOMPARSA ARTIGIANI DELL’ARTE

Saper fare è uguale a saper vivere. E senza di loro l’arte, anche nelle espressioni e nei linguaggi più moderni, non avrebbe scampo, non potrebbe sopravvivere. Corniciai, venditori di pennelli e di colori, fabbricanti di telai, mosaicisti, fonditori e stampatori. Sono gli artigiani dell’arte, senza i quali non ci sarebbero neanche gli artisti con le loro opere finali. Li stiamo sprecando.

Sono figure che sembrano lontane nel tempo. Inossidabili. Dimenticate e silenziose. Per loro, a parte qualche rara voce, nessuno chiede sovvenzioni, aiuti, contributi per affrontare il post coronavirus. Eppure tutta la catena di questi straordinari artigiani è entrata in una pericolosa zona a rischio: già prima dell’infezione molti non reggevano alla concorrenza della tecnologia e all’eclissi di alcune figure professionali, dopo la pandemia la situazione si è molto aggravata.

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CHI SONO GLI ARTIGIANI DELL’ARTE?

Se chiedete a un’artista autentico, e non a un personaggio gonfiato e pompato dal marketing del mercato dell’arte contemporanea, vi dirà che gli artigiani dell’arte sono indispensabili compagni di lavoro e di avventura. Collaborano con gli artisti, ne interpretano al meglio intuizioni e obiettivi e possono definirsi, con giusto merito, dei veri e propri co-autori. Ascoltate che cosa dice in proposito un grande artista, Mimmo Paladino: «Sono anelli che si collegano in una catena, senza la quale non ci sarebbero né le opere né le mostre che, per me, hanno il valore di un atto finale. Come quando un attore va in scena dopo anni di preparazione. Senza di loro molti miei lavori non esisterebbero…».

COME AIUTARE GLI ARTIGIANI DELL’ARTE

Se non vogliamo sprecare questo patrimonio di persone, ma anche di storia dell’arte e di attività artigianali, se non vogliamo assistere silenziosi alla scomparsa di un intero mondo, ci sono tre cose, possibili e concrete, da fare. La prima: investire sulla formazione, sui corsi e sugli studi che rendono possibile la continuità degli artigiani dell’arte. La seconda: sostenerli con tutte le agevolazioni fiscali possibili, dall’Iva alle tasse. La terza: incentivare l’intera filiera dell’arte, dai musei agli artisti, dalle fondazioni ai curatori, all’uso degli artigiani che rischiamo di perdere.

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QUALI SONO I MESTIERI ARTIGIANALI CHE STANNO SCOMPARENDO?

I mestieri artigianali, legati anche al mondo dell’arte, che stanno scomparendo più velocemente sono:

  • Vetrai
  • Falegnami
  • Restauratore
  • Tappezziere
  • Liutaio
  • Corniciaio
  • Calzolaio
  • Orologiai

La scomparsa di queste attività, che erano sempre localizzate nei Centri storici, ha impoverito le città. Le botteghe degli artigiani, un pezzo del DNA italiano, sono state sprecate per essere sostituite dai soliti marchi della moda, e dai soliti wine bar a tutto tondo. Il risultato è lo stravolgimento dei luoghi urbani. E qui torna utile, in termini di possibile soluzione, l’idea tanto cara a noi di Non sprecare, di scommettere sui borghi. E di farli tornare a vivere, facendo in modo, anche grazie alla tecnologia, che in questi luoghi possano trovare lo spazio giusto, a prezzi accessibili rispetto agli affitti nei centri delle grandi città, le botteghe degli artigiani made in Italy.

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