Scomparsa api: sui tetti di New York lavorano 200 apicoltori

Le arnie si vedono in cima all’albergo Waldorf Astoria come sul tetto della sede di Google. E cambiano il paesaggio urbano della metropoli. La storia di Andrew Cote, leader degli apicoltori americani, che ha creato l’associazione Api senza frontiere.

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Mentre aumentano gli allarmi sulla scomparsa delle api (siamo a meno 30 per cento soltanto nell’ultimo anno), una buona notizia arriva da New York, dove la creazione di alveari sui tetti dei grattacieli non è più soltanto una moda, una tendenza, ma un vero cambiamento del paesaggio urbano. Pensate: sono ormai 200 gli apicoltori in attività sui tetti di Manhattan e non solo, ma anche nelle periferie della metropoli americana.

SCOMPARSA API NEW YORK

Le arnie compaiono sul tetto del grande albergo Waldorf Astoria, appena acquistato dai cinesi; in cima alla sede di Google e perfino al vertice del palazzo che ospita il più importante punto vendita del marchio Brooks Brothers.

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ALVEARI SUI TETTI A NEW YORK

A spingere sull’acceleratore ci sono ambientalisti, amministratori locali (la legge comunali favorisce la creazione di alveari in città) e gli stessi agricoltori che così hanno conquistato nuovi spazi di produzione ma innanzitutto hanno centrato un’intelligente operazione di marketing.

TUTELA DELLE API

Poi ci sono personaggi come Andrew Cote, che ha fondato l’associazione “Bee without borders” (Api senza frontiere): vende consulenze per la realizzazione degli alveari, cure le arnie nella prima fase, gira il mondo, a partire dai paesi meno sviluppati, per diffondere la cultura degli apicoltori. Ricordando agli amministratori locali una regola fondamentale: per avere gli alveari urbani servono, nella stessa zona, parchi e giardini con fioriture prolungate. Dunque, servono città più verdi.

COME SALVARE LE API:

 

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