Doni il cibo che avanza? Il comune ti riduce la tassa sui rifiuti fino al 50 per cento

Milano è la prima grande città italiana ad applicare questa normativa. Lo sconto riguarda tutta la rete commerciale, dal piccolo negozio al supermercato. Oltre 10mila i punti vendita interessati. E il taglio della Tari va dal 20 al 50 per cento.

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SCONTO TASSE PER LOCALI CONTRO SPRECHI CIBO

Il nostro motto, da sempre, è questo: meno sporchi, meno paghi. Meno rifiuti, meno tasse, sia per i cittadini sia per le imprese. E finalmente le amministrazioni comunali si stanno muovendo in questa direzione, grazie a una legge nazionale che, sebbene con molti difetti, ha introdotto questa possibilità per i comuni.

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LA LEGGE PER LA DONAZIONE DELLE ECCEDENZE ALIMENTARI

La legge è quella per ridurre gli sprechi alimentari (legge Gadda, dal nome della prima firmataria) e favorire la donazione di eccedenze alimentari, specie dalla rete dei piccoli negozi al dettaglio e della grande distribuzione. Così in diversi comuni (il primo è stato San Stino di Livenza in provincia di Venezia) i punti vendita che si organizzano per il prelievo del cibo avanzato si vedono tagliare la Tari, ovvero la tassa sui rifiuti, del 20 per cento.

SCONTO TASSE PER LOCALI CHE NON SPRECANO CIBO

La novità adesso riguarda Milano, la prima grande città italiana ad applicare questa parte della legge Gadda. Pensate: un bacino di 10mila esercizi commerciali, tra negozi, ristoranti, bar, supermercati e banchi dei mercati, con un taglio potenziale, tra il 20 e il 50 per cento della Tari, di 1,8 milioni di euro.

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VANTAGGI SCONTO TASSE PER LOCALI ANTISPRECO

I vantaggi del meccanismo sono almeno tre, e valgono per tutti. Il primo, lo abbiamo sempre detto, è che in questo modo, attraverso cioè incentivi mirati, si centra l’obiettivo di ridurre i rifiuti, e quindi alleggerire l’intera catena di smaltimento dell’immondizia. Quel cibo avanzato e sprecato, infatti, prima o poi, se nessuno lo raccoglie, diventa immondizia. E quindi un costo e un altro spreco.

In secondo luogo, mettendo insieme la rete del commercio con quella del volontariato si può dare una bella boccata d’ossigeno alle associazioni che si occupano sul campo, e in prima linea, di lotta alla povertà. Sono loro che assistono anziani, disoccupati, immigrati: tutte persone bisognose di un pasto. E sono loro che puntualmente si ritrovano senza soldi per il solito taglio dei contributi da parte delle amministrazioni.

Infine, terzo vantaggio, a forza di incentivare quelle che in gergo si chiamano “buone pratiche” potremo vedere una concreta riduzione dello spreco di cibo anche nella rete commerciale. Dove si arriva a livelli davvero scandalosi. Un terzo del pane in commercio, per esempio, finisce nel cestino, a fine giornata, quando in modo del tutto sbagliato viene considerato non più commestibile. E perfino nei mercati rionali, ogni giorno si consuma lo scempio di enormi quantità di cibo che finisce nei bidoni dell’immondizia. Cibo che manca alla mensa dei poveri.

LE ASSOCIAZIONI E I VOLONTARI CHE COMBATTONO LO SPRECO DI CIBO:

 

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