Se cercate la scuola più piccola d’Italia dovete arrampicarvi sulle Alpi piemontesi, a 1.620 metri di altezza, a Ceresole Reale, piccolo borgo in provincia di Torino. Qui lo spopolamento è stato netto e costante, fino a svuotare il paese, dove sono rimasti appena 160 abitanti. Eppure, nell’assenza quasi totale di servizi, a Ceresole Reale sopravvive ancora la scuola, grazie all’impegno di due alunni, Raffaele ed Emanuele, e della maestra Vittoria Data, 34 anni di Barbania, grande appassionata di montagna, appena laureata di Scienza dell’Educazione e alla sua prima nomina di insegnante titolare.
A salvare la scuola, sul piano finanziario ci pensano la regione Piemonte e l’Unione montana Gran Paradiso, ma il suo funzionamento quotidiano si deve solo alla passione della maestra Vittoria e alla presenza dei due alunni. La conservazione di questo presidio ha consentito due cose sul territorio. La prima: evitare la scomodità per i bambini di spostarsi ogni giorno in autobus, con mezz’ora di viaggio, per raggiungere la scuola primaria più vicina, a Locana. La seconda: la resistenza della scuola l’ha trasformata in un presidio per tutta la comunità di Ceresole Reale, che la considera come il simbolo della sua sopravvivenza di fronte all’ineluttabile spopolamento del piccolo borgo di montagna.
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