Come si definisce una città sostenibile

Non c’è solo l’aria pulita e il verde, ma prima vengono alloggi non troppo cari, trasporti efficienti e cura dell’arredo urbano e dei luoghi storici

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Di città che si auto-definiscono sostenibili, o sono rappresentate come tali da abili operazioni di marketing politico e amministrativo, nel mondo se ne contano tante. Anche in Italia. Ma se andiamo a guardare da vicino i fatti, scopriamo il diffuso bluff della falsa sostenibilità, applicato alle città.
Partiamo dalla domanda più semplice: Come si definisce una città sostenibile? E quando è davvero tale? L’Agenda dell’Onu 2030 per lo Sviluppo sostenibile è molto esplicita: (Obiettivo numero 11): «la città sostenibile è inclusiva, conveniente, sicura e duratura». Tre aggettivi che vanno declinati, sapendo che entro il 2050, i due terzi della popolazione mondiale vivrà proprio nelle città. Tre aggettivi che non si riferiscono soltanto ai classici parametri di matrice ambientale, che pure hanno la loro importanza, per considerare una città sostenibile: aria pulita o comunque non troppo avvelenata; una buona percentuale di zone  verdi; raccolta, smaltimento e riciclo dei rifiuti attraverso una catena efficiente; mobilità privata con servizi di sharing per qualsiasi mezzo utilizzato (dalla bici all’auto fino alle moto e al monopattino); una rete trasporti pubblici in grado di rispondere alle necessità dei cittadini per quantità dei mezzi e qualità del servizio.
 
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L’origine della città sostenibile

Ma questo non è tutto, non può essere tutto ciò che serve per definire “una città sostenibile”. In quanto i tre aggettivi scolpiti dall’Agenda dell’Onu mettono sul tavolo la dimensione sociale della città, la radice stessa dell’antica polis greca, ovvero l’idea di comunità (banalmente: di riuscire a stare bene insieme), dalla quale discende il modello di vita urbana nell’intero Occidente. La città allora è davvero sostenibile, se riesce ad avvicinare i cittadini e non a farli vivere separati e distanti sulla base del reddito, della ricchezza individuale, della bellezza o del degrado dei quartieri, dei privilegi o degli svantaggi che gli abitanti devono subire e patire.
 

Lotta al caro-alloggi

La città sostenibile non allarga, ma restringe le distanze economiche e sociali. Ricuce, secondo una celebre definizione di Renzo Piano, le periferie e non concentra la parte più benestante della popolazione nelle zone centrali. L’inclusione comprende anche uno dei temi più caldi nello sviluppo delle aree urbane: i prezzi proibitivi per gli acquisti e gli affitti delle abitazioni. La città sostenibile in qualche modo, e con scelte politiche mirate, contiene il fenomeno del caro-alloggi. 

Trasporti e servizi che funzionano in tutti i quartieri

Il primo parametro per misurare la “convenienza” non è collegato soltanto al costo della vita, ma alla qualità dei servizi e dei trasporti che la città offre. Per tutti. I mezzi pubblici devono essere efficienti, sia nelle aree del centro sia nelle periferie. Puntuali, puliti, sicuri. Si tratta di uno degli investimenti più significativi da fare nelle aree urbane, sempre più densamente popolate, accanto ai miglioramenti dei servizi di competenza comunale, dagli asili alla raccolta fino allo smaltimento dei rifiuti.

Trasporti gratis per alcune categorie

Sarebbe bello fare tutti come in Lussemburgo, dove i trasporti pubblici sono gratis per ciascun cittadino. Con questa mossa il governo ha stravolto la mobilità, in particolare a favore dei lavoratori pendolari che arrivano in Lussemburgo dalla Francia, dalla Germania  e dal Belgio.  Anche in Svezia vengono offerti pacchetti di abbonamenti ai mezzi pubblici con alcune settimane a costo zero per incentivare la rinuncia all’auto. Sono scelte costose, inutile dirlo, che però vanno valutate rispetto al rapporto tra costi e benefici e alle categorie di cittadini alle quali si possono applicare.
 

Alberi

Non esiste solo una sicurezza personale, garantita dalle forze dell’ordine, alla quale i cittadini hanno diritto. La città sostenibile protegge le persone dai danni provocati dall’inquinamento (anche riducendo il traffico e la velocità di circolazione nelle zone urbane), dalla cattiva qualità dell’aria, dal deficit di spazi verdi. Il principale strumento per migliorare la sicurezza ambientale è rappresentato dagli alberi, che vanno piantati e curati in tutti i quartieri della città. 

Cura dei luoghi storici e dell’arredo urbano

La città duratura cura tutto il suo patrimonio, culturale e naturale. Protegge la sua storia, le sue vocazioni artistiche e artigianali, i luoghi che la rendono famosa e visitata. Ma è anche una città che non trascura l’arredo urbano (dove sono finite le panchine? Perché scompaiono?), la cura dei marciapiedi, dei giardini, dei parchi. Tutto viene preservato in chiave di sostenibilità, a beneficio anche delle nuove generazioni. 

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