Seitan: proprietà, usi e controindicazioni

Non contiene grassi saturi e aiuta ad abbassare il colesterolo. Molto digeribile, è amato da vegetariani e vegani. Ma non un alimento per tutti

Seitan: cos'è, valori nutrizionali e proprietà

Ricco di proteine, il seitan è un sostituto vegano della carne a base di glutine di frumento. Interessanti sono valori nutrizionali e proprietà dell’alimento, particolarmente comune nell’ambito dell’alimentazione vegetariana e vegana. E’ di facile reperibilità e si presta a numerose salutari ricette. A cosa fa bene il seitan, e che sapore ha? Andiamo alla scoperta di un prodotto ricco di sorprese.

Cos’è

Per comprendere cos’è il seitan, partiamo da cosa c’è dentro l’alimento. Si tratta di glutine di frumento separato dall’amido e cotto nel brodo vegetale: contiene ben due proteine del glutine, le gliadine e le glutenine (ciò spiega perché il seitan è così proteico). Ha una consistenza gommosa e fibrosa simile alla carne: tale sua caratteristica lo rende un ottimo sostituto di quest’ultima, specie per chi non la vuole o non può mangiarla. O per chi semplicemente preferisce ridurne il consumo. Esattamente come la vera carne, assorbe i condimenti ed i sapori con i quali viene cucinato. Sebbene sia reperibile in commercio al naturale o precotto per essere semplicemente scaldato e gustato, lo si può trovare come ingrediente all’interno di alimenti quali hamburger vegetali, cotolette, polpette e sughi.

Seitan: cos'è, valori nutrizionali e proprietà

Valori nutrizionali

In quanto ai suoi valori nutrizionali, questi possono differire leggermente a seconda della marca e della tipologia di proteine. A chi si chieda quante calorie hanno 100 gr di seitan si può rispondere che ne apporta tra le 120 e le 140. La stessa quantità dell’alimento fornisce inoltre:

  • Grassi: 1,2 g (di cui saturi 0,25 g)
  • Carboidrati 4,7 g (di cui zuccheri 0,2 g)
  • Fibre 0,1 g
  • Proteine 23,4 g
  • Sale 0.6 g

Un breve approfondimento lo meritano le proteine del seitan. Tale “carne vegana” ne contiene una quantità di gran lunga maggiore rispetto ai carboidrati. Tuttavia, c’è da sottolineare l’assenza – rispetto a pollo, manzo & Co. – dell’amminoacido lisina e della vitamina B12. La carenza di quest’ultima, in particolare, può avere degli effetti collaterali nel lungo termine. Rischi che si possono semplicemente evitare assumendo, come molti vegetariani e vegani fanno, un integratore di vitamina B12.

Proprietà

Bene, ma a cosa fa bene il seitan? La “carne di grano”, le cui origini sono da riscontrare nella Cina ma che è particolarmente popolare in tutta l’Asia, ha un basso contenuto di carboidrati e grassi, il che la rende una valida alternativa a tofu e tempeh. Risulta indicata, infatti, per tutti i vegani ed i vegetariani che sono intolleranti alla soia. Inoltre:

  • Non contiene grassi saturi e aiuta l’organismo a ridurre i livelli di colesterolo nel sangue, diminuendo il rischio di problemi cardiovascolari.
  • È un alimento particolarmente indicato per gli sportivi grazie al suo importante apporto proteico, grazie al quale i muscoli possono svilupparsi correttamente.
  • Contiene inoltre il calcio, che insieme alle proteine lo rende un alimento importante per la salute di chi abbia bandito dalla propria alimentazione i prodotti animali e di origine animale.
  • Non contiene sodio, e per questo si rivela essere adatto a chi soffre di ipertensione.
  • Il fatto di contenere pochi grassi e calorie fa sì che sia un alimento leggero e molto digeribile.

Da non dimenticare, inoltre, è il fatto che rappresenta un alimento totalmente “cruelty free” che si sposa benissimo con una dieta biologica e sostenibile.

Seitan: cos'è, valori nutrizionali e proprietà

Quanto se ne può mangiare

Nonostante sia un ingrediente salutare per tutta una serie di fattori, il seitan è spesso al centro di polemiche circa i rischi che comporterebbe in fatto di sviluppo di un’intolleranza al glutine. Ciò che è certo, è che una totale sostituzione della carne con il tale ingrediente porterebbe, di fatto, il nostro organismo ad assumere una quantità di glutine molto più alta del normale. Il fatto di abbinarlo a pane e pasta, inoltre, renderebbe il nostro consumo giornaliero di glutine ben al di sopra del nostro fabbisogno. Tale situazione potrebbe scatenare una reazione autoimmune del nostro organismo. Per tale motivo, se ne consiglia sempre e comunque un consumo moderato, che non superi le 2-3 volte a settimana.

Come si usa in cucina

L’alimento è disponibile in commercio già pronto per l’uso, basta aprirne la confezione e usarlo nelle varie ricette che si vogliono portare in tavola. Qual è il sapore del seitan? Il suo gusto è più neutro e meno invadente rispetto a quello della carne. Ma la versatilità è praticamente uguale. Se cercate idee su come cucinare il seitan sappiate che potete farlo in padella, in umido, alla piastra. Potete affettarlo sottilmente e rosolarlo prima di gustarlo come secondo o unirlo ad una ricca insalata o all’interno della farcia di un panino. Cosa sta bene con il seitan? Tutti gli ingredienti e gli abbinamenti che vanno bene con la carne. E quindi le patatine fritte, i contorni di verdure, le insalate, ma anche la passata di pomodoro, qualora si voglia preparare un ragù vegano. Che ne dite di una ricca grigliata vegana? Basta accompagnarlo con spiedini di verdure, con salse sfiziose e con poco altro per rendere l’esperienza insuperabile. A chi si chieda se il seitan si può mangiare crudo rispondiamo che sì, essendo un alimento precotto si può consumare anche senza cottura. In questo caso si consiglia comunque di condirlo con ingredienti saporiti per conferirgli gusto, magari gli stessi che si usano per arricchire il comune carpaccio.

Controindicazioni

Quando il seitan fa male? Nonostante sia, come abbiamo visto, un’alternativa ai prodotti a base di soia e al tempeh, il seitan è fatto di glutine, e pertanto non può essere consumato dai celiaci e da chi sia intollerante a quest’ultimo. Inoltre, la prolina presente nelle proteine può rendere più laboriosa la digestione in caso di consumo eccessivo. Infine, il suo alto indice glicemico lo rende un alimento poco raccomandabile in caso di diabete.

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