Semi di lino: le marche che non superano il test sulle contaminazioni

Promosso solo un prodotto della Lidl, bocciata invece la confezione di Aldi. Quanti semi di lino al giorno si possono assumere

Semi di lino

I prodotti a base dei semi di lino non superano il test della rivista tedesca Oko test sulla presenza di ingredienti contaminati. Le analisi del mensile hanno preso in considerazione le marche più diffuse sul mercato della Germania (alcune si vendono anche in Itali in tutti i campioni analizzati è stata riscontrata la presenza di acido cianidrico, una sostanza tossica che può derivare dai glicosidi cianogenici presenti naturalmente nei semi di lino, sicuramente pericolosa per i bambini.

L’unico prodotto considerato “molto buono” è il Crownfield bio di Lidl, mentre nella parte più bassa della classifica ci sono i semi di lino Naturland bio di Aldi sud per l’irrancidimento e per un contenuto alto di oli minerali. Tracce di glifosato sono state trovate nei semi di lino Mühle di Müller, prodotto tedesco.

In generale altri ingredienti critici riscontrati nei semi di lino sottoposti al test sono:

  • Residui di oli minerali, come Mosh e Moah, che potrebbero derivare dal confezionamento o dai processi di produzione;
  • Tracce di pesticidi altamente pericolosi;
  • Presenza di cadmio, un metallo pesante tossico;
  • Problemi di qualità, tra cui segni di irrancidimento del prodotto.

In generale, il consumo di semi di lino va tenuto sotto controllo e all’interno di queste soglie, tenendo presente che l’acido cianidrico scompare a temperature superiori ai 26 gradi:

  • Adulti: massimo 15 grammi (circa un cucchiaio) per pasto.
  • Bambini sopra i 4 anni: non più di 4 grammi (un cucchiaino) al giorno.
  • Bambini sotto i 4 anni: evitare il consumo di semi di lino macinati.

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