Tempi duri per Shein, il colosso cinese dell’abbigliamento fast fashion cinese. Materiali tossici, sostanze dai flautati ai metalli pesanti: quanto basta per danneggiare la pelle delle persone che indossano questi capi, causando anche malattie dell’epidermide. Un pesante segnale d’allarme è stato lanciato dalle autorità sanitarie della Corea del Sud che hanno sequestrato 144 capi di abbigliamento di Shein. Per esaminarli in laboratorio e concludere che contengono sostanze tossiche. Anche AliExpress e Temu sono state sottoposte a questo tipo di controlli, con analoghe conclusioni sulle calzature.
Anche il sito tedesco Oko-Test ha realizzato una prova molto significativa. I suoi redattori hanno ordinato 21 prodotti del catalogo Shein, come se fossero dei normali clienti, poi li hanno affidati al laboratorio di analisi per tirare le somme sulle sostanze contenute. Risultato: soltanto un terzo dei capi di abbigliamento e degli accessori esaminati sono stati considerati “sicuri”. Un vestito da bambina, per esempio, durante il testo ha rilasciato antimonio tossico, che rischia di essere assorbito dal corpo attraverso il sudore. Così i sandali da donna di Shein contengono flautati in una quantità superiore ben 15 volt al tetto fissato dalle norme dell’Unione europea.
C’è da notare, infine, che già nel 2022 i volontari di Greenpeace avevano denunciato la tossicità di alcune sostanze contenute in ben 127 capi di Shein. Per il momento il colosso cinese ha scelto la strada del silenzio, contando anche sulla copertura delle autorità politiche del Paese: ma fino a quando potrà durare?
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Foto di Kai Pilger su Unsplash
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