La prima smart-city cinese, che ha eliminato le industrie inquinanti, imposto standard ambientali severissimi, incoraggiato imprese attente alla sostenibilità e quelle del settore dell’alta tecnologia, contemporaneamente dando un nuovo volto, rigenerato, a tutte le aree urbane. Simbolo di un paese che sta affrontando le sfide contro il cambiamento climatico. Il modello Shenzhen, infatti, è il banco di prova delle politiche sostenibili per ridurre l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, pronte per essere replicate su scala nazionale.
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SHENZEN CITTÀ GREEN
Metropoli di circa 13 milioni di abitanti, situata nella regione meridionale del Guandong, non solo è considerata, a ragione, la Silicon Valley cinese, dove hanno sede hub manifatturieri dei colossi del tech come Huawei o Apple proprio grazie all’ altissima specializzazione nella produzione e assemblaggio di componenti elettroniche, ShenzHen si candida a una serie di nuovi record mondiali: uno, tra tutti, per esempio, quello di essere la prima città al mondo in cui tutti gli autobus, e i taxi sono completamente elettrici. Riconversione rapidissima, sostenuta dal governo centrale, che ha previsto sussidi mirati ad ogni municipalità, che ammontano a circa 150.000 dollari per ogni mezzo.La svolta green di Shenzhen è i totalmente in linea con il programma del governo, che ha stabilito e fissato una road map importantissima per la riduzione delle emissioni di CO2 nel Paese, rendendo la Cina uno tra i Paesi più sensibili alle tematiche ambientali.
Oltre 30 città cinesi hanno in programma la riconversione all’elettrico del 100% dei mezzi pubblici, e l’intera Cina impiega il 99 per cento dei bus elettrici del mondo: la flotta cresce di 10.000 di bus a emissioni zero ogni cinque settimane, equivalenti all’intera dotazione di autobus di Londra. Con enormi vantaggi dal punto di vista sia dell’inquinamento da emissioni, ossido di azoto e particolato, sia di inquinamento acustico, come sottolineato anche da un interessante articolo de Il Sole 24 Ore del 28 dicembre 2018.
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SHENZHEN SMART-CITY CINESE
Shenzhen è diventata l’emblema della transizione elettrica cinese con 385.000 bus elettrici, 180 depositi con colonnine di ricarica e 8000 pali della luce a pannelli solari che fungono da stazione per ricaricare auto, scooter e monopattini elettrici, disseminati in tutta la città. Non solo mobilità elettrica, però: il modello Shenzhen funziona perché si sviluppa in direzione delle nuove tecnologie e comprende ogni aspetto della vita di una città.
Solo quarant’anni fa, era un villaggio di pescatori con meno di 30.000 residenti, oggi la sua economia supera quella di molte delle nazioni più sviluppate del mondo e si è dotata di progetti di rigenerazione urbana e sostenibile per modernizzare i vecchi spazi industriali e gli edifici residenziali abbandonati, puntando a diventare la sede, per esempio, di uno dei primissimi distretti a bassa emissione di anidride carbonica in Cina, affidandone la progettazione ad un’impresa italiana. Shenzhen, dunque, ha fatto dello sviluppo sostenibile una delle massime priorità della sua agenda politica, oltre al sostegno alle start up, soprattutto di giovani, nei settori dell’alta tecnologia.
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