Silice cristallina: quando è pericolosa e come si evitano i suoi danni

Dal 2020 è classificata come una sostanza cancerogena. Il rischio più frequente è di ammalarsi di silicosi, con gravi problemi per il funzionamento dei polmoni

silice cristallina

SILICE CRISTALLINA

La silice è un composto cristallino del silicio. La silice cristallina libera è presente in tanti poliformi, a partire dal quarzo, dal marmo e dal gesso, e già  dal 1997 viene classificata come un prodotto a rischio per chi è esposto a un frequente contatto con questo materiale. Il pericolo maggiore è di ammalarsi di silicosi, una patologia che colpisce i polmoni e provoca una specie di cicatrizzazione permanente. Con difficoltà respiratorie e affanno che tendono a peggiorare nel tempo e con l’avanzamento dell’età.

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DOVE SI USA

La silice è molto utilizzata innanzitutto nel settore estrattivo, per la ceramica, , il vetro, la plastica e la gomma. Ma anche nella produzione di gioielli, nelle costruzioni, e nella produzione di alcuni medicinali.

QUANDO È PERICOLOSA

Dal 2020 la silice cristallina libera, che si riferisce a tutte le fasi cristalline del biossido di silicio, è classificata cancerogena per l’uomo dall’Unione europea. I materiali che contengono la silice sono pericolosi per la salute dell’uomo quando vengono sottoposti a lavorazioni a secco, durante le quali ci può essere il rilascio di polveri. Il rischio aumenta in base alla quantità di silice respirata e al tempo di esposizione. L’Unione europea ha fissato il limite di polvere di silice respirabile, nelle otto ore di un turno di lavoro, a 0,1 milligrammi/m3.

DOVE COLPISCE

Le due zone più colpite dalla silice sono i polmoni e i reni.

SILICOSI

La silicosi può essere di tre tipi: cronica, che si sviluppa dopo molti anni di esposizione (anche dopo 10-15 anni); acuta o accelerata, quando compare improvvisamente e progredisce in modo molto rapido; conglomerata, quando provoca l’insorgenza di masse di fibrosi.

SINTOMI

I tre sintomi più frequenti della silicosi sono:

  • Difficoltà respiratorie, che possono essere di diversa gradazione
  • Una tosse persistente, che sembra non passare mai
  • La perdita di peso
  • Senso di oppressione e dolore al torace
  • Piccole fratture a livello delle unghie
  • Bronchite cronica
  • Stanchezza e fatica ricorrenti

DIAGNOSI E CURA

La silicosi viene diagnostica innanzitutto partendo da una visita accurata da parte dello specialista, lo pneumologo. Poi si passa alla diagnostica: radiografica dei polmoni e del torace, o una Tac. In alcuni casi il medico può richiedere una biopsia polmonare. Purtroppo la silicosi viene classificata come una malattia inguaribile, e l’unica cosa possibile è riuscire a contenerla. Per questo, il medico può prescrivere medicinali a base di cortisone e broncodilatatori. Importanti benefici possono arrivare dalla riabilitazione respiratoria. Nei casi più gravi, e quando si trova un donatore, si può prevedere un trapianto di polmone.

PREVENZIONE

La prima forma di prevenzione riguarda gli impianti di aspirazioni, che devono essere ben funzionanti. Poi c’è un’adeguata pulizia dei locali, prima, durante e dopo i turni di lavoro. Ancora: una costante areazione dei luoghi di lavoro, quando si usa il silicio, e la predisposizione di un locale dove i lavoratori possano liberarsi dei residui della polvere di silice prima di andare a casa. E infine, protezioni individuali, come le mascherine ad hoc per non respirare la polvere di silice.

STORIE DI SFRUTTAMENTO SUL LAVORO:

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