Emergenza Coronavirus: il sindaco fa la spesa per i 32 abitanti del paesino

Accade ad Elva, paese di una manciata di abitanti arrampicato sulle montagne a 50 km da Cuneo, dove il primo cittadino ha distribuito la spesa a tutti. Ma sono tantissime le iniziative di solidarietà in ogni parte del paese per aiutare anziani e persone non autosufficienti

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Elva,  paesino quasi fiabesco, arrampicato sulle montagne dell’alta Valle Maira, diviso da Cuneo da quasi 50 km di curve tortuose tra montagne innevate, conta 40 abitanti e zero casi di contagio. Naturalmente “abituati” a una certa forma di isolamento, in questi giorni di misure straordinarie di contenimento del coronavirus si tengono in contatto con una chat di Whatsapp. Bar e ristoranti sono chiusi, e l’unica bottega alimentare, la “butego“, piccolo negozietto con portoncino e insegna di legno, ha deciso di chiudere i battenti in seguito al decreto ministeriale. 

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SINDACO FA LA SPESA PER I CITTADINI

Il problema dell’approvvigionamento di cibo e bevande rischiava dunque di diventare un problema per la comunità, nonostante l’inclinazione ad avere in casa cibo e bevande per molti giorni. Le motivazioni sono geografiche: il panettiere più vicino, se l’alimentari è chiuso,  è a 30 km da Elva, e in questi giorni è meglio non spostarsi in massa per andare alla ricerca di viveri. Così, il sindaco, Mario Fulcheri, antiquario di 66 anni con un’attività artigiana a Cuneo, ha deciso di farsi carico della spesa per tutta la comunità. Proprio come un fattorino della spesa a domicilio: gli abitanti scrivono una lista di ciò di cui hanno bisogno, lui acquista per tutti e poi distribuisce. Meglio evitare gli spostamenti in massa, per limitare i rischi di contagio. Il numero di telefono del sindaco è a disposizione di tutti e tutte, chiunque può telefonargli per richiedere cibo o altri beni di prima necessità.  La lodevole iniziativa del primo cittadino è stata applaudita all’unanimità anche dal consiglio comunale, che ad Elva è in versione surrogata così come la giunta, fatta di sindaco, vicesindaco e un assessore. Nonostante l’emergenza coronavirus e la corsa all’accaparrarsi beni alimentari, però, gli abitanti non hanno ancora richiesto l’intervento del sindaco-fattorino, poiché, come spiega in un’intervista al Corriere della Sera la consigliera di minoranza Laura Lacopo, molti hanno tantissime provviste in casa, che stipano addirittura in due freezer. 

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INIZIATIVE DI SOLIDARIETÀ CORONAVIRUS

Ma la solidarietà del paese nei momenti difficili è strabiliante, e le iniziative come quelle del sindaco di Elva si stanno diffondendo a macchia d’olio, partendo sia dalle istituzioni, che dai gestori dei negozi, persino dai semplici cittadini. Giovani, ragazzi e ragazze, come le protagoniste di un semplice e affettuoso gesto diventato virale sui social in questi giorni difficili: a Torino, le “ragazze del quarto piano” si sono rese disponibili a fare la spesa per gli anziani del condominio o chiunque fosse impossibilitato a uscire. Qualche giorno fa, infatti, riprendendo l’iniziativa per prima comparsa in un palazzo di Roma, alcune inquiline di un appartamento in via San Donato hanno lasciato il proprio numero di cellulare per offrirsi, a titolo gratuito, di fare la spesa per chi non potesse farla. Gesto lodevole che ha suscitato l’interesse di molti tra likes, condivisioni, e “imitazioni”.

sindaco fa la spesa per i cittadini
Il biglietto apparso nell’androne del condominio in via San Donato, a Torino // Photocredits: corriere.it

Il paese reale, quello chiuso in casa da un provvedimento tanto difficile quanto necessario, è anche quello che, a Castronno, piccolo comune in provincia di Varese, consegna a domicilio scarpe e ciabatte per le persone anziane costrette a stare in casa. Non sembrano “beni primari” come le medicine, e di certo non hanno gli stessi ritmi serrati delle farmacie, ma sono quegli oggetti a cui non si pensa fin quando non ne hai bisogno. Anche a livello psicologico, l’iniziativa di Marco Lazzarotto, titolare dell’omonimo negozio a conduzione familiare, è importante: ha aderito convintamente alla lista di negozi e botteghe che in questo periodo effettuano consegne domiciliari, noncuranti della quantità delle telefonate. Raggiunto da un cronista di Varese News, Lazzarotto spiega il suo progetto: “Consegneremo pantofole, ciabatte e pantofole per la riabilitazione. Abbiamo pensato che potrebbero esserci anziani che devono andare in ospedale o più semplicemente che devono cambiare le pantofole di casa perché si sono rotte e allora ci siamo noi. Ci telefonano e noi gliele portiamo a casa”.

Proprio come il panificio Venturuzzo, che ogni mattina riceve ordini telefonici per poi effettuare le consegne nel resto della giornata. Per chi produce alimentari freschi, il lavoro ai tempi del coronavirus, è triplicato. Ma, ciò nonostante, la solidarietà non si esaurisce, anzi. Si moltiplica.

(Immagine in evidenza tratta da Corriere.it //Photocredits: Corriere.it)

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