Indice degli argomenti
Cos’è
La sindrome di Angelman è un disturbo genetico che colpisce soprattutto il sistema nervoso. È caratterizzato da una serie di sintomi neuro comportamentali che lo contraddistinguono e le persone che ne sono affette spesso mostrano un ritardo notevole nello sviluppo con forme di disabilità molto gravi. Ma cerchiamo di capire più nel dettaglio di cosa si tratta e come poter comprendere al meglio questa condizione permanente.
Cause
La sindrome di Angelman è causata da diverse anomalie genetiche che influenzano il gene UBE3A, situato sul cromosoma 15. Questo gene è indispensabile per lo sviluppo sano e la buona funzione del sistema nervoso e, nella maggior parte dei casi, la copia funzionante è ereditata dalla madre.
Le principali anomalie genetiche comportano:
- La perdita di una specifica regione del cromosoma 15 (15q11.2-13) di origine materna
- La presenza di due copie del cromosoma 15 dal padre (disomia uniparentale paterna)
- Un difetto dell’imprinting che altera l’espressione dei geni in questa regione
- Una mutazione del gene UBE3A stesso
Oltre al contesto genetico, altri meccanismi possono contribuire alla manifestazione della sindrome, anche se non altrettanto comuni. Questi includono mutazioni puntiformi o riarrangiamenti cromosomici che alterano ulteriormente la funzionalità normale del gene UBE3A.
Ad ogni modo, la sindrome di Angelman non viene considerata una malattia ereditaria nel senso tradizionale, poiché le anomalie genetiche che la causano spesso si verificano come eventi sporadici durante la formazione degli ovuli o degli spermatozoi o poco dopo il concepimento.
Sintomi
I sintomi variano da soggetto a soggetto, ma tendono a essere abbastanza distintivi della sindrome. Questa si riconosce in particolare per la grave disabilità intellettiva e ritardi nello sviluppo, già visibili nei primi mesi di vita.
I bambini affetti da sindrome di Angelman possono mostrare difficoltà note come:
- Ritardo nell’acquisizione delle tappe motorie come sedersi e camminare;
- Difficoltà nell’apprendimento del linguaggio, spesso compromesso o completamente assente (in diversi casi, i bambini comunicano solo attraverso canali non verbali);
Oltre alle caratteristiche neurologiche, la sindrome può manifestarsi con movimenti stereotipati delle mani, disturbi neurologici dell’andatura, e comportamenti peculiari della sindrome di Angelman come crisi di riso frequenti e apparente stato di contentezza.
È anche comune l’iperattività dei riflessi degli arti inferiori. Un altro sintomo significativo è la presenza di epilessia, che di solito appare prima dei 3 anni di vita e può essere associata a anomalie elettroencefalografiche specifiche. Altri tratti distintivi della condizione possono manifestarsi anche con l’ipopigmentazione della pelle e degli occhi e anomalie del ciclo sonno-veglia.
Diagnosi
La diagnosi della sindrome di Angelman si basa inizialmente sulla presenza di sintomi caratteristici e di segni clinici. Il sospetto clinico può emergere dalla coesistenza di ritardo dello sviluppo neurologico, problemi specifici di movimento, e dalla presenza di tratti atipici nel comportamento. Un’approfondita anamnesi familiare e la valutazione del quadro clinico da parte di un medico specializzato sono i primi passi per indirizzare verso una diagnosi accurata.
Per confermare la diagnosi, sono necessari test genetici che mirano a identificare le anomalie del gene UBE3A o della regione cromosomica 15q11.2-q13. Questi test prevedono, in base alle richieste del medico specialista:
- L’analisi della metilazione del DNA, che può rilevare anomalie di imprinting e disomia uniparentale
- La sequenziazione del DNA per identificare mutazioni puntiformi nel gene UBE3A
Circa l’80% dei casi può essere diagnosticato attraverso l’analisi del profilo di metilazione. Raramente la sequenziazione del gene rivela mutazioni.
Trattamenti
Il trattamento della sindrome di Angelman è principalmente di supporto e mira a migliorare la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie.
Non esiste una cura specifica per la sindrome, ma varie terapie possono aiutare a gestire i diversi sintomi. Tra queste, possono essere molto d’aiuto:
- Le terapie psicomotorie e le attività fisiche per migliorare la coordinazione e la forza muscolare.
- I trattamenti fisioterapici poiché possono aiutare a gestire i problemi di movimento e a migliorare l’andatura.
- Le terapie del linguaggio, come la logopedia, perché si rivelano essenziali per sviluppare al massimo le capacità comunicative residue, anche se, come già detto, il linguaggio verbale è spesso limitato.
- La terapia comportamentale può aiutare a gestire l’iperattività e gli episodi di riso inappropriati, caratteristici della sindrome.
Mentre trattare le crisi epilettiche, comuni in questi pazienti, è vitale e viene gestito con farmaci antiepilettici specifici, anche se spesso con correzioni nel corso del tempo a seconda della risposta del paziente e delle evoluzioni delle crisi.
Prevenzione
Fare prevenzione nel caso della sindrome di Angelman, data la sua natura genetica, non è possibile nel senso tradizionale. Di fatto, non si tratta di una malattia che ha origine da fattori comportamentali o ambientali. Al massimo, è possibile intraprendere alcune misure per identificare il rischio in famiglie dove la sindrome è già stata diagnosticata.
La consulenza genetica è raccomandata per i familiari di individui affetti dalla sindrome di Angelman, specialmente quando sono noti i meccanismi genetici specifici che hanno portato alla condizione nel membro della famiglia.
In casi conosciuti di sindrome di Angelman causata da mutazioni o difetti specifici dell’imprinting del gene UBE3A, i genitori possono scegliere di sottoporsi a test genetici durante la pianificazione familiare.
Questo può aiutare a determinare qual è il rischio di trasmettere la condizione ai futuri figli. La diagnosi prenatale e i test preimpianto sono opzioni disponibili per le coppie a rischio, così da permettere loro di prendere decisioni informate riguardo alla gravidanza.
Prognosi
La prognosi per gli individui con sindrome di Angelman varia, ma in generale, la condizione impone limitazioni significative che persistono per tutta la vita. Nonostante le sfide in termini di disabilità intellettiva e limitazioni nella comunicazione e nella mobilità, con un adeguato supporto, molte persone possono godere di una buona qualità di vita.
L’aspettativa di vita per coloro affetti dalla sindrome di Angelman è spesso comparabile a quella della popolazione generale, sebbene ciò possa variare a seconda della gravità delle manifestazioni cliniche e delle complicazioni associate, come le crisi epilettiche.
Le terapie di supporto, come quelle neurologiche e comportamentali, possono migliorare significativamente alcune delle problematiche associate alla sindrome. Interventi precoci e personalizzati come terapie fisiche, occupazionali, e di comunicazione, aiutano, e non di poco, la vita della persona e di chi lo circonda.
Inoltre, si rende indispensabile il monitoraggio regolare da parte di un team multidisciplinare di professionisti sanitari per ottimizzare la gestione dei vari sintomi che possono emergere nel corso della vita di una persona affetta da sindrome di Angelman.
Leggi anche:
- Sindrome metabolica: sintomi, cause e prevenzione
- Luca, con la sindrome di Down, gestisce un bed and breakfast
- Sindrome di Rett: così le bambine colpite da questa patologia parlano con gli occhi
- Taac, l’applicazione per comunicare con le persone affette da sindrome di Down e autismo
Vuoi conoscere una selezione delle nostre notizie?
- Iscriviti alla nostra Newsletter cliccando qui;
- Siamo anche su Google News, attiva la stella per inserirci tra le fonti preferite;
- Seguici su Facebook, Instagram e Pinterest.