Tumore al seno: i sintomi da non sottovalutare

Dai noduli al cambio di colore della pelle. Aumentano i rischi con obesità e fumo. Fondamentale la prevenzione, a partire dalla mammografia

diagnosi del tumore al seno

TUMORE AL SENO: SINTOMI

La partita contro il cancro al seno, che rappresenta il 29 per cento dei tumori che colpiscono le donne (ne è vittima una donna su otto), si gioca tutta sul fattore tempo. Ovvero sulla diagnosi precoce.

Ecco perché diventano fondamentali i primi sintomi da tenere presenti, quei segnali da non sottovalutare. Sapendo che, specie nella sua forma iniziale, il tumore al seno quasi mai provoca dolore e quando si avverte viene confuso con un normale fastidio legato al ciclo della donna. I segnali sono altri.

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DOVE FA MALE SE SI HA UN TUMORE AL SENO?

Noduli, cisti, formicolio al braccio, piccoli dolori: i segnali del tumore al seno non sono facilmente individuabili. Ma vanno presi seriamente in considerazione.

Noduli. Uno o più noduli, visibili o palpabili sulla mammella. La metà dei casi di cancro al seno si presenta nel quadrante superiore esterno della mammella.

Alterazioni del capezzolo. Troppo in dentro o troppo in fuori, e comunque decisamente al di là del suo normale posizionamento. Stesso discorso vale per le variazioni di forma o di dimensioni della mammella.  Da osservare le protuberanze e gli ispessimenti della mammella e della zona ascellare.

Secrezione di liquido. Specialmente se la perdita avviene da un solo capezzolo. Nel caso che arrivi da entrambi, il più delle volte la causa è di natura ormonale.

Cambiamenti della pelle. In particolare va tenuto presente il cambio di aspetto della pelle, e quando diventa a buccia d’arancia.

Cambiamenti del capezzolo o dell’areola. Da tenere sotto osservazione sono infossamenti, retrazioni, gonfiori, arrossamenti, calore e screpolature.

Cisti e fibroadenomi. In quanto tali non rappresentano un segnale in più di allarme per un possibile tumore al seno.  Invece sono da tenere sotto controllo i seni che dalle prime mammografie segnalano un tessuto molto denso o persino una forma benigna di crescita cellulare che viene chiamata iperplasia del seno.

Formicolio al braccio. Produce una sensazione di torpore e una perdita di sensibilità, da valutare con attenzione. Ovviamente escludendo prima altre possibilità, come per esempio il naturale effetto di uno sforzo eccessivo.

Che fare con questi segnali.  Niente panico e niente reazioni fai-da-te.  Una volta preso atto dei segnali che non convincono e fanno anche solo sospettare la possibilità di qualcosa di oncologico al seno, bisogna parlarne con il medico. Sarà lui a decidere il percorso da seguire, a partire dagli accertamenti diagnostici. Mammografia, ecografia mammaria, risonanza magnetica.

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COME PREVENIRE TUMORE AL SENO

Considerando la così alta percentuale di donne che vengono colpite dal tumore al seno (oggi quasi sempre curabile con successo) diventa fondamentale anche la prevenzione. Praticabile attraverso pochi ma decisivi gesti.

Stili di vita. Obesità e fumo hanno sicuramente effetti negativi e aumentano in modo esponenziali le percentuali di rischio per le donne.

Alimentazione. Pochi zuccheri e molta soia. Bene il pesce, ridurre al minimo la carne rossa. Largo alle crucifere (rape, rucola, cavolfiore, ravanelli, cavolo), molta frutta di qualsiasi qualità, e non esagerare con uova e latticini.

Allattamento. Rafforza molto i seni, e li rende più resistenti rispetto alla possibilità di un’aggressione di tipo tumorale. In pratica l’allattamento consente alla cellula di completare la sua maturazione e quindi di essere più resistente a eventuali trasformazioni neoplastiche.

Visita e mammografia. La visita dal ginecologo per un esame del seno va fatta almeno una volta all’anno. Quanto alla mammografia, dai 50 ai 69 anni una volta ogni due anni. Le donne che hanno avuto la madre o una sorella colpite dal cancro al seno devono iniziare già attorno ai 40 anni, e in ogni caso la nuova tendenza della medicina è di fissare il percorso diagnostico ad personam, caso per caso.

OBESITA’ E TUMORE AL SENO

La ricerca scientifica finora ha accertato venti tipi di tumori nei quali l’obesità è uno dei principali fattori di rischio. E tra questi in prima fila c’è il cancro al seno. Tra i ricercatori che hanno maggiormente studiato il nesso c’è Sebastiano Andò, direttore del Dipartimento di Farmacia, Salute e Scienze nutrizionali dell’università della Calabria di Rende. In un studio pubblicato sulla rivista Cancers, Andò punta il dito sulla pectina che facilita la secrezione di sostanza in grado di rendere il microambiente del seno più favorevole alla formazione di metastasi. E ciò che circonda le cellule neoplastiche è costituito in larga misura da cellule adipose, il rischio del tumore maligno cresce parallelamente all’aumento della quantità di grasso. Inoltre, la leptina favorisce la capacità delle cellule maligne di “nascondersi” al nostro sistema immunitario.

STADI DEL TUMORE AL SENO

Il tumore al seno parte da una lesione non invasiva, ed è contenuto all’interno dei dotti e dei lobuli mammari. Poi ci sono quattro stadi evolutivi del tumore al seno.
  • Stadio 1. Quando il tumore misura meno di 2 centimetri, ha superato le pareti dei dotti, ma non si è diffuso nei linfonodi e in altre parti del corpo.
  • Stadio 2. Il tumore è cresciuto, ed ha assunto una dimensione tra i 2 e i 5 centimetri. Potrebbe avere raggiunto i linfonodi.
  • Stadio 3. Il tumore è avanzato sul piano locale, si è esteso ai linfonodi, e nelle aree circostanti il tumore principale.
  • Stadio 4. Sono presenti metastasi.

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